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L'episodio choc

Modena, terrore lungo la via Emilia: agguato a colpi di machete

Gabriele Canovi
Modena, terrore lungo la via Emilia: agguato a colpi di machete

Giovane brutalmente aggredito di pomeriggio all’angolo con via Cortese. Era una spedizione punitiva: decisivo l’intervento dei dipendenti di un kebab

18 aprile 2024
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MODENA. Le immagini si commentano da sole e racchiudono attimi di inaudita violenza. Un vero e proprio agguato in pieno pomeriggio, lungo via Emilia Est, con un coltello da trenta centimetri.

Gli aggressori sono due fratelli, la vittima un coetaneo, tutti di origine straniera. Hanno aspettato che uscisse dal ristorante kebab in cui aveva appena ordinato un panino, poi l’hanno buttato a terra, riempito di calci, pugni e ferito alla schiena con il machete, che uno dei due fratelli ha estratto dai pantaloni. Se non fosse intervenuto uno dei dipendenti del locale, probabilmente, staremmo raccontando un’altra storia. Fortunatamente, le condizioni dell’uomo aggredito non sono serie – è stato soccorso dal personale sanitario del 118 – ma il fatto avrebbe potuto assumere contorni diversi.

L’AGGUATO
Sono quasi le 19, è un martedì come tanti, e il kebab “Cappadocia” di via Emilia Est è regolarmente aperto. Fa orario continuato dalle 11 a mezzanotte e, all’interno, vicino alla cassa, c’è un ragazzo che aspetta il suo panino. È pieno giorno e la strada su cui si affaccia il locale, come di consuetudine, è altamente frequentata. C’è chi torna verso casa in auto e chi sta ancora lavorando – in zona ci sono diversi ristoranti, una farmacia e anche uno studio assicurativo – ma tutti hanno assistito increduli e spaventati, a quanto accaduto all’angolo con via Cortese.
Due uomini arrivano verso il dehors del locale, un terzo esce e gli va incontro e da lì inizia una furibonda rissa. Sono due contro uno. Il ragazzo che si trovava dentro il kebab viene scaraventato a terra, immobilizzato e trascinato per un paio di metri. Poi, tra le urla, i due iniziano a sferrargli calci e pugni: sulla schiena, sulla nuca e sui fianchi. Il primo a intervenire è uno dei dipendenti del locale, che separa i tre allontanando uno dei due fratelli-aggressori. È in quel momento che spunta il machete: un coltello lungo trenta centimetri che lo stesso uomo nascondeva nei pantalone, fino a quando non gli è caduto a terra dal fondo dei jeans.
Il ragazzo intervenuto, comprensibilmente impaurito, si allontana subito e l’aggressore, questa volta armato, si fionda sulla sua vittima, che nel frattempo stava provando a difendersi dalla furia dell’altro fratello, anche usando uno dei tavoli del dehors. Partono tre colpi secchi di machete, sul volto, sulla schiena e sul collo. Poi si allontanano, ma il diverbio continua anche a distanza e così il fratello armato si riavvicina agitando ancora il machete. Intervengono così altre persone e in due provano a bloccarlo, ma il clima non si raffredda.
Passano pochi secondi e questa volta i due aggressori fuggono davvero: scappano in direzioni diverse e uno dei due prova anche a prendere un monopattino elettrico. L’aggredito, invece, ha il volto e la schiena cosparsi di sangue, è a torso nudo e attenderà lì l’arrivo di 118 e forze dell’ordine.

LA TESTIMONIANZA
I dipendenti del kebab e i residenti, tra chi è intervenuto per calmare gli animi e chi ha allertato le forze dell’ordine, hanno assistito a una scena forse senza precedenti. Ancora sotto shock la titolare del locale di cucina turca: «Non ero presente – racconta – ma sono arrivata appena ho saputo. Ho avuto paura per i miei dipendenti: vedere le immagini di quell’aggressione mi ha lasciata senza parole. Abbiamo chiamato subito la polizia».

LE INDAGINI
Sul posto arrivano tre volanti della polizia di Stato e una pattuglia dei carabinieri, insieme a un’ambulanza del 118 per soccorrere il ferito. Tutta la brutale aggressione è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza: l’agguato, i pugni e perfino i colpi di machete. Le immagini – decisive per ricostruire con esattezza la dinamica – sono state visionate e acquisite dalle forze dell’ordine, che hanno immediatamente avviato le indagini.
La prima ipotesi avanzata porta a un regolamento di conti. Per la dinamica del fatto, è plausibile che aggressori e aggredito si conoscessero. I due fratelli, infatti, sono arrivati davanti al locale con un obiettivo chiaro e per un motivo preciso: trovare quell’uomo e aggredirlo.