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Adriano Guidetti, un ragazzino di... 80 anni

Adriano Guidetti, un ragazzino di... 80 anni

Li compirà lunedì: ieri sera il Prof. ha fatto il suo esordio come tecnico della Liu•Jo di serie D

26 febbraio 2015
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“Allenatore: Adriano Guidetti”. Da quanto tempo non avevamo il piacere e l’onore di chiudere in questo modo un tabellino? Tanti, troppi anni. E allora riteniamoci fortunati, perché da oggi e fino al termine della stagione potremo farlo tornando tutti così un po’ più giovani.

«La mia prima panchina? Nel 1963/’64 con la Minelli».

Un riferimento non casuale, perché ieri sera, 51 anni, una vita e tre generazioni dopo, il maggiore dei fratelli Guidetti (80 primavere lunedì prossimo, 2 marzo) si è fatto un bel regalo anticipato di compleanno, esordendo da head coach sulla panchina della Liu•Jo che gioca il campionato di serie D femminile e il torneo Under 16.

«Una cosa nata appena lunedì scorso: io frequento il PalaPanini, mi piace aggiornarmi in continuazione sulla tecnica del gioco, vedere come si evolve, sono amico di tutti e parlo di pallavolo con tutti: la Liu•Jo mi ha chiesto di dar loro una mano perché si trovavano nella necessità di sostituire il tecnico della serie D, visto che il secondo, Stefano Macchi, non ha il patentino di secondo grado. Tutto qui».

Che sia a dir poco entusiasta, il “Prof.”, anche se non dovrà guidare “ragazzi” come Di Bernardo e i fedelissimi dell’Edilcuoghi, con cui regalò a Sassuolo la Coppa Italia 1981, lo capisci dal tono della voce: «Mi fa piacere aiutare Stefano, che tra l’altro è mio genero, ma quello che mi fa ancor più piacere è che per la prossima stagione mi abbiano già prospettato un ruolo di direttore tecnico del settore giovanile. Un incarico che mi piace e che mi stimola».

Forse non lo ricorderanno in molti, ma Adriano Guidetti nella pallavolo femminile ha già avuto un’esperienza a Reggio Emilia, erano gli Anni Ottanta.

«Sì, con la Nelsen. Arrivammo secondi nella finale di Coppa delle Coppe ad Ankara, ma mi consegnarono la medaglia d’oro dicendo che l’avremmo meritata noi. Tentai di giocare con il palleggiatore unico, all’epoca una grande innovazione, ma ai dirigenti la cosa non piacque più di tanto e il rapporto si interrupe in corso d’opera».

Dalla Nelsen alle ragazzine della Liu•Jo, età massima 16 anni non compiuti, il salto non è indifferente.

«La pallavolo è sempre pallavolo. Mi è piaciuto che abbiano versato qualche lacrima per il loro allenatore precedente, vuol dire che sono un bel gruppo. In allenamento ho visto che non solo ascoltano, ma provano subito a mettere in pratica quello che tu dici. Significa che ti seguono, sarà una soddisfazione lavorare con loro».

Con Adriano Guidetti futuro direttore tecnico del settore giovanile, in molti sognano che suo figlio Giovanni alleni un giorno la Liu•Jo.

«Lui sta bene dov’è, cioè in Turchia. Ha fatto la sua strada di cui può essere orgoglioso, ha una grande squadra, grandi giocatrici e ha anche trovato una moglie di cui è profondamente innamorato. Meglio sia così, del resto, perché Bahar, scherzando, quando è venuta a trovarci ci ha spiegato cosa lo aspetterebbe se lui non dovesse comportarsi bene ... ».

Detto che la prima uscita delle sue nuove allieve contro la BBS Castelfranco si è risolta con una sconfitta (2-3) che vale quanto un successo (“Mi hanno detto che loro sono tra le le prime in classifica...”) non resta che il pronostico sulla final four di Coppa Italia.

«In tanti pensano che Modena rischi di perdere contro Busto, secondo me no, poi tornare a casa con il trofeo domenica è un’altra cosa, riparliamone magari sabato sera ... ».

Fabio Rossi