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Pancia piatta: benefici e rischi della chirurgia

Elisabetta Arrigi
Pancia piatta: benefici e rischi della chirurgia

Ne parliamo con un esperto, il dottor Simone Napoli

21 luglio 2022
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Arriva la prova costume e inevitabilmente scatta il desiderio di vedersi in forma: glutei, seno, ma ora più che mai la pancia. Sì, il desiderio di addominali scolpiti e ventre piatto accomuna tutti: uomini e donne, di tutte le età. Negli ultimi anni il trend della chirurgia estetica si è esteso all’addominoplastica, per ricosturire appunto l’addome. Piacersi di più. Se prima era un intervento al quale si ricorreva dopo postumi di gravidanze o perdita importante di peso, oggi sembra essere diventata una nuova moda. Ma è bene conoscere l’intervento, prima di decidere di sottoporsi a questo tipo di chirurgia. Pro e contro, benefici e rischi. Ne parliamo con un esperto, il dottor Simone Napoli.

Che cos’è l’addominoplastica?

“L’addominoplastica è un intervento chirurgico in anestesia generale che prevede l’asportazione di tessuto cutaneo e grasso in eccesso a livello addominale, nell’area compresa fra la regione ombelicale e quella sovrapubica. In alcuni casi si va anche a toccare la muscolatura retta addominale, provvedendo ad un riavvicinamento verso l’interno delle fasce muscolari laterali, ovvero verso la regione ombelicale. In alcuni casi si provvede anche alla rimessa in sede di ernie formatesi in quell’area”.

Quando è necessario procedere ad un intervento del genere?

“Penso alla post gravidanza. Durante i nove mesi della gestazione, la crescita del bambino tende a spingere le viscere, i muscoli e la pelle verso l’esterno. Quest’ultima, molto elastica, dopo il parto ed entro certi limiti tende a rientrare, ma in molti casi, spesso anche per motivi genetici, la gravidanza può lasciare esiti imprevedibili. Per cui consiglio alle pazienti che mi contattano, di aspettare almeno un anno dal parto: un periodo di tempo entro il quale si è in grado di fare una valutazione. Dopodiché, se la situazione non è migliorata, si può procedere con l’intervento. Fermo restando che la paziente deve avere terminato l’allattamento del bambino in quanto occorre l’anestesia totale, che deve poi essere smaltita. Ho parlato di post gravidanza, ma l’addominoplastica viene richiesta anche dopo un forte dimagrimento. Ci sono persone che perdono 20-30-40 chili e in molti casi può formarsi quello che viene chiamato grembiule addominale, ovvero la pancia che scende verso il basso perché la pelle non ha elasticità sufficiente per il riposizionamento. Ci sono casi i cui il grembiule arriva addirittura a metà coscia, coprendo i genitali. E comunque si può procedere all’intervento per motivi estetici, in quei casi in cui la pancetta resti evidente nonostante le diete e l’esercizio fisico”.

In quale percentuale l’addominoplastica viene richiesta dalle donne e dagli uomini?

“Il 30% dei pazienti sono di sesso maschile, anche perché la pancia è tipica degli uomini. Il restante 70% sono pazienti di sesso femminile, la maggior parte dopo il parto. Un tempo, una volta diventata mamma, la donna veniva relegata dalla società in questo ruolo. Ma oggi c’è una diversa consapevolezza di sé. Dopo aver avuto un figlio, si torna alla propria attività lavorativa e sociale e si vuole sentirsi sempre a proprio agio”.

Qual è il risultato che si ottiene con l’addominoplastica?

“La pancia risulterà estremamente piatta e la cicatrice - il taglio è sicuramente più lungo di quello previsto per il parto cesareo - resterà nascosta all’interno di un normale slip. L’incisione viene fatta molto in basso e la sutura effettuata secondo le tecniche della chirurgia plastica estetica. Con il tempo la cicatrice può arrivare a scomparire. Anche l’ombelico viene riposizionato e, se fatto bene, non si noterà alcun segno”.

Quali sono i tempi di recupero dopo l’intervento? E questo è da considerare definitivo?

“Se il/la paziente svolge un’attività piuttosto sedentaria, può riprendere gradatamente dopo una settimana, Se invece l’attività è più coinvolgente dal punto di vista fisico, occorrono almeno due settimane. Occorre invece un mese per ricominciare l’attività sportiva e comunque in maniera leggera e con un po’ di attenzione in più. Quanto al periodo durante il quale prevedere l’intervento, consiglio l’autunno-inverno. Da considerare anche che il / la paziente esce dalla sala operatoria con la pancera che dovrà portare per un mese, ogni giorno per 24 ore. Quanto all’ultima domanda, la risposta è sì, l’intervento è definitivo, salvo la necessità (può accadere) di dover ritoccare leggermente la cicatrice”.