ROMA.Tenere per s&eacute; le delusioni dell'io - che ci sono state, forti - e rilanciare l'orgoglio di una comunit&agrave;: Enrico Letta, nel suo discorso di addio alla guida del Pd, sceglie ancora una volta lo spirito di servizio e la responsabilit&agrave; e non cede al rancore. Dopo mesi duri e difficili il segretario dem passa il testimone tentando di liberare dal &laquo;vento contro della sconfitta&raquo;&nbsp;i quattro candidati alla sua successione. &laquo;Abbiamo assorbito il colpo e dal 26 febbraio siamo pronti a ripartire - assicura - C'&egrave; stato il tentativo di sostituirci, ma &egrave; fallito&raquo;. Il leader dem fa un bilancio dei quasi due anni passati alla guida del Nazareno: &laquo;&Egrave; stato giusto tener duro, le amarezze e le ingenerosit&agrave; le tengo per me&raquo;, dice allo stato maggiore del partito riunito all'auditorium Antonianum per l'assemblea nazionale, scegliendo una strada diversa da quella presa dal suo predecessore Nicola Zingaretti che lasci&ograve; la segreteria &quot;vergognandosi&quot; di un partito &quot;in cui si parla solo di poltrone e primarie&quot;. &laquo;Esco pi&ugrave; determinato di quanto ho cominciato, esco pi&ugrave; innamorato del Pd di quando ho cominciato, vi assicuro che non costruir&ograve; un nuovo partito alternativo al Pd&raquo;, dice invece Letta. &laquo;Non mi sono pentito di essere tornato da Parigi&raquo;, aggiunge. Non c'&egrave; in alcuna maniera, insomma, il gelo dell'ultimo addio, quando, nel febbraio 2014, l'allora premier lasciava la campanella di palazzo Chigi nelle mani di Matteo Renzi. Il leader dem, per&ograve;, ha ben chiaro cosa non ha funzionato e chiede a Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli ed Elly Schlein, candidati alla sua successione, un impegno per il futuro: &laquo;Chiedo a ognuno di voi di cambiare una cosa fondamentale, che per me &egrave; stata la pi&ugrave; complicata da vivere. Il segretario del Pd non pu&ograve; passare tutta la sua giornata a mettere tutte le sue energie nella composizione degli equilibri interni e poi alla fine della giornata pensare a cosa dire agli italiani. Perch&eacute; cos&igrave; siamo rovinati - ammette - Il segretario deve pensare sin dal mattino a cosa dire agli italiani e a costruire un progetto che parli alla vita delle persone&raquo;. &laquo;L'ossessione&raquo;&nbsp;dell'unit&agrave; ha guidato Letta nei suoi due anni al Nazareno e, dopo la precedente stagione di scissioni, il segretario lascia portando a casa un ritorno. Roberto Speranza e Articolo Uno dicono un primo s&igrave; a un percorso unitario. L'avvio di questa nuova strada passa per l'ok al “Manifesto del nuovo Pd&quot;. &laquo;L'assemblea di oggi ha il compito fondamentale di approvare il manifesto, che diventer&agrave; la koin&eacute; che ci tiene insieme - insiste Letta - E' un momento che ho voluto, di superamento di fratture del passato e di sguardo al futuro&raquo;. L'ex ministro della Salute approva e ringrazia. &laquo;Sono molto contento di essere qui oggi. Credo ci sia bisogno di un momento di seriet&agrave; e solennit&agrave; in questo momento. Per me e la mia comunit&agrave; di Art.1 non &egrave; un momento banale. Costituente per noi &egrave; la parola giusta. E per&ograve; con tutta onest&agrave; la parola non basta, bisogna essere conseguenti ed essere capaci di ricostruire un grande partito nazionale popolare&raquo;, spiega. &laquo;Di fronte a questa destra l'unit&agrave; non &egrave; un'opzione ma una scelta politicamente e moralmente obbligatoria e io sono qui per questo&raquo;. In tanti ringraziano il segretario uscente, compreso chi, come Paola De Micheli, ammette di aver avuto &quot;visioni diverse&quot; negli ultimi anni. Parole di gratitudine vengono da tutte le anime dem. Letta saluta tutti citando San Paolo: &laquo;Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede&raquo;.&nbsp;

ROMA.Tenere per s&eacute; le delusioni dell'io - che ci sono state, forti - e rilanciare l'orgoglio di una comunit&agrave;: Enrico Letta, nel suo discorso di addio alla guida del Pd, sceglie ancora una volta lo spirito di servizio e la responsabilit&agrave; e non cede al rancore. Dopo mesi duri e difficili il segretario dem passa il testimone tentando di liberare dal &laquo;vento contro della ...

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Il segretario uscente, nel suo discorso di addio alla guida del Pd, sceglie ancora una volta lo spirito di servizio e la responsabilità e non cede al rancore

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