Gazzetta di Modena

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Quarta falla nel Nord Stream, la Nato in allerta: «Risponderemo ad attacchi». Mosca: «Non si sa se sarà riavviato»

di Cristoforo Spinella
Quarta falla nel Nord Stream, la Nato in allerta: «Risponderemo ad attacchi». Mosca: «Non si sa se sarà riavviato»

29 settembre 2022
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ROMA. Non si ferma l'emorragia di gas dal Nord Stream. A quarantott'ore dalle prime falle individuate nelle linee sottomarine nel Baltico della condotta che dalla Russia approda in Germania, le perdite accertate nel gasdotto sono salite a quattro. La Guardia costiera svedese ha individuato un secondo buco nelle tubature nella zona economica esclusiva di Stoccolma, stavolta probabilmente nel gasdotto numero 2 - quello mai entrato in funzione per l'escalation in Ucraina -, che si aggiunge ai due già segnalati dalla Danimarca al largo dell'isola di Bornholm, anch'essi distribuiti su entrambe le condotte.

L'emergenza ha intanto messo in allerta la Nato. "Il danneggiamento dei gasdotti", ha dichiarato il Consiglio Atlantico in una nota sottoscritta anche da Svezia e Finlandia, alleati entranti, "desta profonda preoccupazione: tutte le informazioni attualmente disponibili indicano che si tratta del risultato di atti di sabotaggio deliberati, sconsiderati e irresponsabili".

La Nato si dice quindi pronta «a rispondere unita e con determinazione a qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture critiche degli alleati».

Cresce anche l'allerta dell'Ue, che si prepara «a lavorare con gli Stati membri per condurre una serie di stress test sulle infrastrutture critiche dell'Unione europea, comprese quelle energetiche».

Secondo i media svedesi, i rischi legati al Nord Stream erano stati già messi in evidenza nel 2007 da un rapporto redatto per conto del ministero della Difesa di Stoccolma dagli esperti della Swedish Defence Research Agency, ma l'allarme fu ignorato. Il dito dell'Occidente resta più o meno esplicitamente puntato contro Mosca, che però continua a respingere le accuse. In una telefonata con Recep Tayyip Erdogan, Vladimir Putin ha denunciato un "atto di terrorismo internazionale".

Le ricostruzioni sulla presenza di navi russe nella zona delle esplosioni sospette «sono notizie distorte, sono state viste molte più truppe della Nato nell'area», ha replicato Mosca, sottolineando che le esplosioni sono avvenute nella zona economica esclusiva della Danimarca e della Svezia, "Paesi allineati alla Nato che sono pieni di armi di fabbricazione statunitense e che sono completamente controllati dai servizi speciali statunitensi". In attesa di possibili sviluppi sulle indagini, il Cremlino avverte che i danni al Nord Stream potrebbero essere irreparabili, come già ipotizzato dai servizi tedeschi.

«Questa è una questione tecnica, non siamo in grado di rispondere», ha spiegato il portavoce Dmitri Peskov. «Fino al completamento della valutazione dei danni, è impossibile prevedere i tempi di ripristino dell'infrastruttura di trasporto del gas», ha avvisato da parte sua il consorzio di gestione del gasdotto, spiegando che «l'ingresso nell'area degli incidenti può essere permesso solo dopo che la pressione nel gasdotto sarà stabilizzata e la fuga di gas fermata».

Probabilmente quindi non prima di lunedì. Intanto, l'Europa si sta già preparando a un'interruzione delle forniture almeno per questo inverno. Secondo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, "presto il gas non sarà più rifornito dalla Russia. La Germania è però ben preparata al cambiamento della situazione". Con il passare dei giorni, mentre cresce l'allarme per i danni ambientali visti i livelli insolitamente elevati di gas serra rilevati nell'aria dalle stazioni di ricerca svedesi, lo scontro si trasferisce anche sul terreno economico.

«Gli analisti non si sono ancora impegnati a stimare i possibili costi di ripristino del gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico, ma la domanda principale è chi pagherà per questo?», si chiede l'agenzia statale russa Ria Novosti. Secondo fonti di mercato, i gasdotti erano assicurati da compagnie straniere, ma i termini delle garanzie non sono noti e si prospetta in ogni caso un lungo e complesso arbitrato internazionale.