Gazzetta di Modena

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alle passioni fino a domani

Un Eduardo per voce solista: la sfida coraggiosa di Russo Alesi

di Andrea Marcheselli

Trasformare un dramma articolato come “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo in una virtuosistica prova per voce solista è stata la sfida coraggiosa rivolta a se stesso da parte di Fausto...

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Trasformare un dramma articolato come “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo in una virtuosistica prova per voce solista è stata la sfida coraggiosa rivolta a se stesso da parte di Fausto Russo Alesi, attore ronconiano tra i più interessanti nella generazione dei quarantenni, non nuovo ad imprese artisticamente temerarie, fin qui per lo più sempre vinte. Ed anche questo suo spettacolo, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano - teatro d'Europa e proposto al Teatro delle Passioni fino a domani, domenica 6, può considerarsi conferma delle ottime doti attoriali di un artista che ha già vinto quasi tutto quello che si può vincere in una carriera teatrale. Il primo problema affrontato è stato sicuramente il passaggio da un testo corale all'assolo, mantenendo integralmente il testo eduardiano, dovendo quindi dar voce e spessore ad una miriade di personaggi; il secondo, ritrovare la forze drammatica di un'opera teatrale fra l'altro ben presente nell'immaginario collettivo attraverso un monologo che esclude le dinamiche proprie della commedia. Se il primo può dirsi perfettamente risolto, perché Russo Alesi è impagabile nel restituire voci e fisionomie di ciascun protagonista, che non è semplicemente evocato ma sorprendentemente presente nella propria specifica dimensione umana, per quanto riguarda il secondo qualche perplessità forse rimane, giacché lo sviluppo di quella che alla fine rimane essenzialmente una tragedia richiederebbe il rispetto di tempi, di situazioni che ovviamente il monologo non può mantenere. Tuttavia, crediamo sia più giusto cercare altro, in questa operazione di Russo Alesi, una vera partitura di parole per esprimere il profondo dramma della solitudine celebrato in un luogo, casa Cupiello, dove tutti dialogano ma nessuno ascolta l'altro, ognuno chiuso in se stesso, nel suo mondo, nelle proprie idee. E il celebre presepe, costantemente evocato ma escluso dalla scenografia, diviene la metafora della fuga verso una realtà parallela in cui rifugiarsi per estraniarsi dai problemi del quotidiano. È uno spettacolo differente, dunque, dall'originario di Eduardo, del quale ha mantenuto il senso principale, e sostituito la sostanza delle dinamiche. Uno spettacolo che merita di essere visto, come confermano i lunghi applausi rivolti al bravissimo interprete ad ogni replica.