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Pd, patto di non belligeranza prima del voto

Pd, patto di non belligeranza prima del voto

Tra malettiani e partito un accordo per arrivare uniti al voto e rimandare schermaglie e chiarimenti

31 maggio 2014
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Un patto tra gentiluomini per evitare parole fuori luogo nell’ultima settimana prima del ballottaggio. È stato un po’ questo il tema degli incontri che si sono succeduti, nelle ultime ore, in casa Pd. Incontri ufficiali, come la segreteria cittadina di giovedì pomeriggio e l’assemblea di ieri a Ponte Alto. Incontri informali, come quello tra Francesca Maletti e il segretario cittadino Andrea Sirotti.

Da una parte le esigenze di rappresentanza dei diversi mondi che compongono l’eterogeneo Pd. Dall’altra l’intelligenza di fare sintesi in un momento in cui aprire le divisioni potrebbe essere politicamente letale. Condite insieme con il risultato elettorale che, ballottaggio o no, per il Pd ha comunque significato la perdita di diecimila voti in un decimo di secondo, nell’attimo che passa dalla croce sulle Europee a quella mancata sulla scheda per le Amministrative.

L’esigenza di rappresentanza è richiesta certamente da chi fa capo a Francesca Maletti. A parte Federica Di Padova, tutti i consiglieri in quota all’ormai ex assessore sono stati eletti e rappresentano il 36 per cento di coloro che entreranno in consiglio. Non è un mistero che più di una persona abbia pensato proprio alla Maletti per la presidenza del consiglio. Ma qualcuno, nello staff malettiano, non è convinto di questa soluzione che porterebbe via un voto utile per le battaglie in consiglio comunale.

Tra le righe c’è anche un ragionamento che è già finito sul tavolo di Muzzarelli, e riguarda la composizione della squadra di giunta. Ci sarà a non ci sarà un uomo o una donna di Francesca Maletti. Il «sì» è, ad oggi, la risposta più probabile. Fabio Poggi o Alberto Cirelli i nomi papabili ma prima c’è da arrivare ad un obiettivo. E non è un caso che proprio lo stesso Cirelli, in segreteria, abbia fatto chiarezza su questo, con un discorso responsabile: pensiamo a vincere il ballottaggio e basta.

E di rappresentanza anche in partito si parla, tornando al vecchio discorso ex Ds e ex Margherita, cattolici e non, come se fosse un marchio di fabbrica. Dicono i malettiani: Bursi, Sirotti e Muzzarelli sono espressione dello stesso gruppo, rappresentatività significa anche allargare le proprie vedute. Sarà anche vero, ma per parlarne adesso è un po’ presto... (d.b.)

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