Gazzetta di Modena

Modena

I “vulcanetti” di Nirano non sono pericolosi

di Serena Arbizzi

Fiorano . Gli esperti rassicurano dopo la tragedia a Macalube di Aragona Continui controlli di geologi, Ingv e guardie ecologiche. «Visite in sicurezza»

30 settembre 2014
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FIORANO. Non esiste correlazione tra quanto è accaduto alla riserva naturale di Macalube di Aragona, vicino ad Agrigento, dove due bambini sono morti, travolti dal fango dopo l’esplosione di un vulcanello e le salse di Nirano. A dirlo sono gli esperti che tengono sotto controllo le salse di Nirano, che monitorano costantemente l’andamento dei “vulcanetti” della Riserva e consentono le visite didattiche soltanto una volta verificato che vi siano le condizioni giuste. «Le nostre salse sono inaccessibili, non ci si può andare vicino. – esordisce Luciano Callegari, guardia ecologica fioranese in servizio alle Salse di Nirano - sono tutte recintate. Quando facciamo le guide nella zona didattica portiamo dentro pochi ragazzi alla volta, soltanto dopo avere verificato accuratamente che sia tutto a posto. Le salse di Nirano sono sempre monitorate da noi che siamo qui sul posto e da geologi e vulcanologi di università di Modena e Ingv. Non esiste pertanto il pericolo che si verifichino i fatti tragici accaduti in Sicilia». Spiega la formazione di queste salse, ovvero i vulcanetti, Paride Antolini, del Consiglio Nazionale Geologi: «Si tratta di manifestazioni di acqua salata e da qui scaturisce la definizione di sorgenti oppure salse. – commenta Antolini – Queste manifestazioni emettono in modo variabile acqua salata, quindi salmastra con fango più o meno denso, dei sedimenti e un gas costituito principalmente da metano. Queste acque salmastre provengono dalla profondità del suolo, sono acque fossili. Sono così salate perché contengono sedimenti che si accumulavano tempi geologici passati sul fondo di antichi bacini marini. Quindi, queste acque hanno dopo tanto tempo ancora la salinità marina originaria. Nel caso specifico, le acque salse emiliano romagnole hanno un contenuto salinità che è un terzo o metà di quella marina. Quindi sono variamente fangose: dipende da quello che riescono a trasportare nella loro risalita, possono tenere in sospensione limo, argilla, a volte granuli di sabbia. Anche la tipologia degli apparati esterni variano a seconda della densità di questo fango: quindi si possono avere delle strutture più erette a forma di vulcani, più piatte o addirittura solo bolle d’acqua se si tratta di fango diluito. Il gas presente nelle acque delle salse in modo variabile è metano, un idrocarburo che proviene da serbatoi situati a centinaia se non migliaia di metri di profondità. Nel caso di Nirano c’è un sistema di fratture lungo il quale si hanno fuoriuscite di fango, allineate lungo delle direttrici. Sono manifestazioni conosciute dall’antichità e sempre oggetto di monitoraggio: nelle zone dove sorgono questi vulcanelli si cerca di capire il rapporto che intercorre tra le emissioni di fango e i fenomeni sismici come i terremoti», conclude Antolini.