Gazzetta di Modena

Modena

Museo Risorgimento «Primato negativo nel mondo culturale»

Museo Risorgimento «Primato negativo nel mondo culturale»

Orsi, presidente antiquari d’Italia: «Assurda la sua chiusura» Giorgio Montecchi replica: «Forse nel 2019 potrà tornare»

11 gennaio 2017
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«Il peggio di quanto avvenuto nel mondo dell'arte nello scorso anno? Secondo me la chiusura, ormai da oltre 26 anni, del Museo del Risorgimento di Modena». A dirlo, nella rubrica "il Meglio e il Peggio" del Giornale dell'Arte Allemandi è Carlo Orsi, presidente dell'associazione nazionale antiquari d'Italia che riporta d'attualità una delle "spine" culturali della città. La situazione è questa anche se ora ci sarebbe una data - non ancora ufficiale - per la riapertura di un museo dedicato alla storia risorgimentale e alla Costituzione italiana. Lo annuncia il professor Giorgio Montecchi, presidente per Modena dell'Istituto del Risorgimento: «Speriamo entro il 2019 di arrivare alla riapertura visto che questa chiusura in tutta Italia è considerata errata. Se ne saprà di più a primavera dopo il restauro di Palazzo dei Musei anche se questa nuova sezione dovrà andare all'ex ospedale Estense una volta restaurato. Il patrimonio è ancora tutto nelle casse perché si cercò di riaprirlo nel 2007 e poi nel 2011 in occasione dei 150 anni dall'Unità d'Italia. Ho parlato di recente di questo progetto con il sindaco Muzzarelli con il quale concordiamo su un allestimento nuovo, una idea semplice che porterà a una specie di museo dell'800 modenese. Il percorso inizierà dal 1796, data della prima assemblea costituente italiana che si tenne a Modena. Il percorso proseguirà senz'altro fino al prima guerra mondiale, ma forse anche fino al 1946 con la nuova Costituzione repubblicana. Si parlerà ovviamente anche di Ciro Menotti". Anche se i materiali dello storico museo modenese sono consultabili online sul sito dell'Istituto beni culturali della Regione, i tanti oggetti preziosi sono da molto tempo chiusi in numerose casse e si tratta di oggetti preziosi di proprietà pubblica tra cui ad esempio la camicia sporca di sangue di Menotti, ucciso alla Cittadella di Modena dagli Austro Estensi. Appunto si parla anche di un personaggio di primo piano come Ciro Menotti (1798-1831) - un inventore ed eroe progressista del quale chi gestisce i musei dovrebbe occuparsi - è stato dunque dimenticato. I Musei civici, dal quale il Risorgimento dipende, annunciano da tempo una ripresa di queste tematiche che però, nei fatti, ancora non si è vista. E gli studiosi reagiscono. Leonardo Piccinini, storico dell'arte e segretario dell'associazione Amici di Brera a Milano propone di puntare in modo preciso sulla figura di Menotti.

«Anche se tanti modenesi non lo sanno - spiega Piccinini - Menotti è la figura più importante del Risorgimento italiano tanto che Garibaldi chiamò Menotti il suo primogenito e i 57 congiurati insieme a Ciro erano di varia estrazione sociale proprio come i Mille garibaldini. Siamo davanti a una figura luminosa del progressismo liberale e Modena dovrebbe esserne orgogliosa, costruendo intorno alla sua figura un museo moderno degno di questo nome. Menotti era un innovativo imprenditore, installò una macchina a vapore per la lavorazione della seta: era insomma un giovane leone della borghesia nascente che combatteva contro il sistema vecchio aristocratico».

Piccinini propone di prendere spunto da quanto accade vicino a noi: «Il presidente Mattarella a Reggio ha appena visto il nuovo museo del Tricolore, a Ferrara con una stupenda mostra dedicata all'Ariosto si esalta la cultura locale, a Bologna il museo c'è. Puntiamo sul Risorgimento non come retorica, ma come autocoscienza di un popolo: perché non coinvolgere gli artisti modenesi in questo lavoro? E' dovere di una città esaltare i propri valori». (s.l.)