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Campogalliano. Artioli e “Lotus Elise” alla Bugatti: «Qui si può ripartire»

Campogalliano. Artioli e “Lotus Elise” alla Bugatti: «Qui si può ripartire»

CAMPOGALLIANO. Una tesi di laurea per il rilancio dello stabilimento Bugatti. Ecco l’idea di Elisa Artioli, aspirante architetto e nipote di Romano Artioli, presentata ieri durante una visita all’ex...

17 settembre 2017
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CAMPOGALLIANO. Una tesi di laurea per il rilancio dello stabilimento Bugatti. Ecco l’idea di Elisa Artioli, aspirante architetto e nipote di Romano Artioli, presentata ieri durante una visita all’ex azienda. L’allora amministratore delegato della Bugatti International dedicò a lei la Lotus Elise, che ieri ha solcato di nuovo il luogo assieme a una Bugatti EB110. La studentessa dell’università di Vienna aveva due anni quando apparve al volante della spider Lotus al Salone di Francoforte.

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«Ho continuato a chiamarmi Lotus Elise per anni, non volevo scendere dall’auto», spiega Elisa. Era il settembre 1995, il periodo in cui si chiudevano i cancelli di Campogalliano. Nel 2011 spuntò l’ipotesi di un centro commerciale, mai partito. «Quando mio nonno Romano fece rinascere la Bugatti disse “Se non ci pensa nessuno lo farò io” – ricorda Elisa – e io farò lo stesso. Farò un progetto di tesi per ridare una vita a questo posto. Sono contenta lo stabilimento sia rimasto vuoto, ma mi piacerebbe ci fosse lo spirito di una volta. Al tempo questo luogo era all’avanguardia e lo è ancora. Ovvio che ci sono adattamenti da fare in base all’utilizzo. Mio nonno racconta che l’edificio è fatto di vetro perché c’erano le tavole al tempo. L’anno dopo sono usciti i computer e di conseguenza c’era il problema di troppa illuminazione. Questo edificio è però molto basato sulla funzionalità». Una funzionalità che potrebbe essere attuale oggi. La pensa così anche l’imprenditore mantovano, presente alla visita con l’architetto Giampaolo Benedini e il custode Ezio Pavesi. Il primo è stato tra gli artefici dell’epopea Bugatti a Campogalliano, il secondo continua a sorvegliare gratuitamente l’area grazie a un’enorme passione personale per il marchio.

Artioli senior ricorda il celebre motto “Lavorare” e che «le macchine prodotte a Campogalliano hanno dato la svolta». Dinnanzi a un eventuale progetto per un museo l’imprenditore preferirebbe un nuovo stabilimento: «Di musei ce ne sono tanti. È tempo di reinventare l’auto, e questo stabilimento di Campogalliano sarebbe quello adatto per tale progetto».

Gabriele Farina