Pivetti: «Infondate le accuse alla famiglia Bianchini»
Prima della nuova sorpresa di ieri, al processo Aemilia si è discusso ancora una volta del versante modenese dell’inchiesta. E ancora una volta della impresa Bianchini di San Felice. Questa volta per...
Prima della nuova sorpresa di ieri, al processo Aemilia si è discusso ancora una volta del versante modenese dell’inchiesta. E ancora una volta della impresa Bianchini di San Felice. Questa volta per dare voce al consulente della difesa, il conosciuto commercialista Andrea Pivetti di Vignola.
Seguendo le domande di uno dei legali dei Bianchini, il prof Garuti, Pivetti ha inteso contestare le conclusioni dei tre periti del tribunale. Ad esempio sulla mancanza di competenze dei figli che subentravano a Bianchini, per l’accusa al solo scopo di schermare il padre: «Nicola non è entrato nel cda - ha detto Pivetti - Alessandra a quella data aveva laurea economia e fatto master in gestione di impresa. Queste circostanze non saranno sufficienti per legittimare Alessandra di avere la capacità imprenditoriale per gestire una impresa ma studi sufficienti. Il progetto era traghettare la società di nuovo in white list..».
Smentita anche la tesi che la Bianchini si stesse traslando nella Ios di Alessandro: «I beni transitasti sono stati solo i 35mila euro rispetto al milionie di valore liquidatori della Bianchini. Le aziende erano differenti. Per quanto riguarda i lavoratori già della Bianchini, la Ios non li ha assunti a tempo indeterminato e li ha impegnati sono per 3 mesi rispetto ai 100 della Bianchini».