Gazzetta di Modena

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Fuori Classe/ Ago, la cultura abiterà qui «Uniremo storia e digitale»

Elisa Montagnani Gaia Filippi
Fuori Classe/ Ago, la cultura abiterà qui «Uniremo storia e digitale»

Paolo Cavicchioli, presidente della Fondazione Crmo, presenta l’idea Tra i punti cardine del progetto l’utilizzo dei nuovi spazi per i giovani 

28 gennaio 2019
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MODENA. Rendere l’ex Ospedale Sant’Agostino di Modena un polo culturale per i più giovani (e non solo). È questo lo scopo principale del progetto “Ago”, realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con Comune, Gallerie Estensi e Università di Modena. Paolo Cavicchioli, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio dal 2015, ha spiegato le caratteristiche e gli obiettivi di questo programma.

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Qual è lo scopo primario del progetto Ago?

«Largo Sant’Agostino è un luogo molto caro ai modenesi e il compito che abbiamo cercato di darci, insieme agli altri partner del progetto, è stato quello di costruire un progetto che possa riempire quel luogo di contenuto, facendolo frequentare soprattutto ai giovani, sia di giorno che durante le ore serali».

Come verrà organizzata la struttura?

«Stiamo cercando di recuperare, da un punto di vista architettonico, soprattutto quest’ultima zona, collocando una progettualità che mette a sistema il sapere umanistico e quello scientifico. Dalla parte del Palazzo dei Musei si concentrerà la cultura umanistica, mentre dall’altra parte dovrebbero incardinarsi i luoghi dove si svilupperà il percorso di ricerca e sviluppo delle Digital Humanities e quelli che accoglieranno il progetto educativo-formativo sul Future Education».

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In che modo il progetto “Ago” sarà utile per gli studenti?

«Per i giovani modenesi sarà possibile integrare l’importante lavoro già svolto dalle nostre scuole: infatti, verranno dedicate due zone, rispettivamente, alle Digital Humanities e al Future Education. Nella prima si studierà l’umanesimo attraverso gli strumenti tecnologici moderni e nella seconda si metteranno insieme cultura umanistica e scientifica: in questo modo si darà un’opportunità agli studenti di conoscere modelli di apprendimento integrativi e sperimentali».

Qual è l’aspetto più impegnativo nella realizzazione di questo ambizioso programma?

«Ora attendere le risposte della Soprintendenza per procedere a dare vita ad un progetto grandioso». —

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