L’Udi promuove una raccolta firme: «Gli asili non si toccano»
Le associazioni femminili lanciano una petizione sulla piattaforma Change.org: «Sanità e servizi sociali sono beni non alienabili»
«I nidi non si toccano». E’ il messaggio condiviso dall’Udi di Modena e dall’associazione femminista “Blu Bramante”, che hanno lanciato una raccolta firme sulla piattaforma “Change.org” per dire no all’ulteriore esternalizzazione dei nidi cittadini. «Conquistati dalle donne a fine anni ’60 sull’onda delle lotte per l'emancipazione - scrivono le due associazioni - i nidi hanno rappresentato l’eccellenza nell’offerta educativa per le bambine e i bambini 0-3 anni. Questa qualità non è stata mantenuta nel tempo: l’appalto in gestione a privati e cooperative non è iniziato con il Coronavirus, ma è stata una pratica degli ultimi anni, e ha portato il numero dei nidi pubblici a 15, la metà di quelli esternalizzati. Il Comune ha risparmiato, ma lo ha fatto anche nella qualità - incalzano le associazioni - che non si raggiunge certo con un lavoro femminile declassato: le educatrici dei servizi appaltati sono meno retribuite, meno tutelate e spesso meno formate. La qualità si ottiene investendo sui servizi, perché siano il più possibile universali e gratuiti».
Le rappresentanti di Unione donne italiane e “Blu Bramante” fanno quindi notare che «proprio il Coronavirus ha fatto vedere chiaramente che il definanziamento del servizio sanitario nazionale a favore di quello privato, e la conseguente cessione da parte del pubblico della propria funzione di modello di qualità, hanno portato a situazioni drammatiche negli ospedali. Il cambiamento di prospettiva, necessario e ineludibile, vale altrettanto per i servizi di welfare, nidi in primo luogo. E’ ora di ricominciare a considerare sanità, servizi sociali, scuola come beni e patrimonio della comunità, non alienabili, perché non vengano meno criteri ed etica degli interessi pubblici».
Nella petizione, le associazioni chiedono dunque al Comune «di mantenere una quota prevalente della gestione pubblica in un sistema integrato, che deve affiancare alla gestione diretta il controllo costante degli standard di qualità delle realtà private presenti». Allo stesso tempo, si chiede «la messa a concorso di tutti i posti vacanti di educatrici d’infanzia presenti a settembre nei nidi comunali, come impegno visibile ed immediato da parte dell’amministrazione, e l’istituzione di un tavolo con una rappresentanza delle associazioni delle donne, del sindacato e del coordinamento dei consigli dei genitori, per valutare assieme i percorsi migliori per raggiungere soluzioni che coniughino la qualità dell’offerta formativa con la piena valorizzazione del lavoro delle donne, alla luce delle richieste che usciranno nel dopo emergenza». —
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