Operazione Perseverance. Altro colpo alla ’ndrangheta emiliana C’è un piano per espandersi a Modena
Nove arrestati tra cui l’ultimo dei Sarcone e una coppia di Soliera. Sigilli alle società che volevano aprire una sala slot in città
13 marzo 2021 Francesco Dondi
Francesco Dondi
Nove arresti tra cui il capo clan Giuseppe Sarcone Grande, 5 società sequestrate, sigilli a un complesso immobiliare e un nuovo piano di espansione smascherato. I carabinieri di Modena, insieme alla Squadra Mobile della polizia di Reggio, hanno assestato un altro colpo alla ’ndrangheta emiliana. Lo hanno fatto ieri mattina all’alba quando è partita un’altra operazione dopo i provvedimenti emessi dal gip di Bologna – il mirandolese Alberto Ziroldi – su richiesta del procuratore antimafia, Giuseppe Amato e del pubblico ministero Beatrice Ronchi.
gli Arresti
Sono 29 le persone indagate nell’inchiesta “Perseverance”, un nome evocativo della insistente e radicata presenza della ’ndrangheta in terra emiliana. In carcere va Giuseppe Sarcone Grande, ultimo uomo libero della famiglia Sarcone dopo che i fratelli Nicolino, Carmine e Gianluigi sono già detenuti da alcuni anni e nelle more delle indagini di Aemilia. Con lui sono stati arrestati Domenico Cordua detto “u Jumbu”, domiciliato a Parma; Giuseppe Friyio, domiciliato a Traversetolo; Salvatore Muto, 36enne di Reggio, erede della dinastia Muto; Giuseppe Caso, residente a Correggio, braccio destro della famiglia Sarcone seppur originario di Torre Annunziata. Sono stati arrestati a Soliera anche Alberto Alboresi e la moglie Genoveffa Colucciello, che con la ’ndrangheta facevano affari, provando a recuperare un presunto credito milionario e capaci anche di progettare – senza riuscirci grazie al provvidenziale intervento della polizia – di sfregiare una donna con l’acido per arrivare all’ingente patrimonio di alcuni fratelli di Bomporto, che venivano accuditi dalla badante.
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