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Superbonus ristrutturazione, sconto in fattura e cessione del credito

Giorgio Guandalini
Superbonus ristrutturazione, sconto in fattura e cessione del credito

Dopo lo Stop alla piattaforma di Poste e Banche, Il decreto del Governo “riattiva” il mercato secondario dei crediti fiscali ma con limitazioni e controlli

05 marzo 2022
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Nella giornata di venerdì 25 febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 13, con il quale il Governo è nuovamente tornato a legiferare in materia di cessione dei crediti derivanti dalle agevolazioni fiscali per cercare di mitigare gli effetti assolutamente deleteri derivanti delle modifiche apportate dal decreto antifrodi che ha introdotto, fra le altre cose, il divieto di cessioni multiple. Il risultato ottenuto con il provvedimento antifrodi era stato quello di “paralizzare” l’intero settore, improvvisamente privato del mercato secondario.

La nuova norma pone parziale rimedio in tal senso, prevedendo che, a fianco della prima cessione consentita nei confronti di qualsiasi cessionario, vi possono essere due ulteriori cessioni del credito che si devono però realizzare a favore di un istituto di credito, di un intermediario finanziario o di un’impresa di assicurazione. Il mercato secondario viene incanalato in un filone di maggiori controlli. Viene poi inserito un nuovo comma che prevede che i crediti derivanti dall’esercizio dell’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito d’imposta non possono formare oggetto di successive cessioni parziali e a ciascuno è attribuito, a tal fine, un codice identificativo univoco da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni.

Per contrastare le frodi, il Governo chiama in causa anche i tecnici abilitati a rilasciare le asseverazioni o i visti di conformità. Il tecnico che rilascia certificazioni non veritiere, non soltanto in ambito superbonus, ma anche delle altre agevolazioni fiscali, incorre in pesanti sanzioni oltre alla rilevanza penale del fatto. Per i lavori di importo superiore a 70.000 euro, l’accesso ai bonus fiscali richiederà la verifica che i lavori siano eseguiti da parte di datori di lavoro che applicano i contratti collettivi del settore edile.

Giorgio Guandalini Dottore Commercialista Revisore Contabile