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Terremoto nella Bassa, 10 anni dopo. Medolla, la mamma di Santucci «Non dimenticate il mio Biagio»

Terremoto nella Bassa, 10 anni dopo. Medolla, la mamma di Santucci «Non dimenticate il mio Biagio»

L’appello della madre di Santucci, morto a 24 anni sotto le macerie dell’Haemotronic Lo zio della vittima: «Ho donato a mia sorella tutta la mia parte di risarcimento»

20 maggio 2022
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MEDOLLA «La parte di risarcimento che il giudice ha stabilito per me la darò a mia sorella per il gravissimo danno che ha dovuto subire: la perdita di un figlio».

Marcello Cannavacciuolo interviene dopo la sentenza civile che ha certificato il risarcimento di quasi un milione di euro per i famigliari di Biagio Santucci, l’operaio di 24 anni che perse la vita il 29 maggio del 2012, sotto le macerie dell’Haemotronic.

La sentenza civile ha assegnato a Marcello una parte di risarcimento che lui, zio di Biagio, intende donare completamente alla sorella Anna. «Io non lo voglio un risarcimento – prosegue –. Io non lo vedo come un mio diritto, ma qualcosa che devo devolvere a mia sorella per le conseguenze pesantissime di tutto quello che ha dovuto sopportare in questi dieci anni. Questa sentenza è un inizio per la considerazione delle responsabilità a carico del datore di lavoro in futuro. Speriamo che possa fare storia perché non capitino più delle cose del genere. Non esiste un valore economico per la perdita di un figlio. Il mio, quindi, vuole essere un gesto minimo per tentare almeno di lenire il dolore di mia sorella».

Anna Cannavacciuolo, mamma di Biagio, non si stanca di chiedere che il figlio, morto a soli 24 anni, non venga dimenticato. «Dopo la sentenza si è capito che qualcuno non ha agito con le professionalità dovute. È giusto che qualcosa si sia mosso – rimarca Anna –. Non è quantificabile un risarcimento, chiaramente, perché il mio dolore insieme a quello di tutte le altre persone che hanno sofferto e tuttora soffrono per la perdita di qualcuno non si potrà mai colmare. Tuttavia, questa sentenza restituisce dignità per una morte che non si sarebbe mai dovuta verificare. Gli operai che hanno perso la vita il 29 maggio non avrebbero mai dovuto essere in quel posto quel giorno. Dieci anni per ottenere qualcosa sono stati un tempo lunghissimo, ma è ne è valsa di aspettare, il nostro legale ha lavorato bene».

Anna incontrerà il presidente della Regione, Stefano Bonaccini nei prossimi giorni, dopo dieci anni da quella data terribile che le portò via il figlio.

«Il ricordo non ci ha mai lasciato e parlo da credente – rimarca Anna che ha perso anche il figlio Cristian, fratello di Biagio, nel 2019 –. Sto affrontando un percorso che fa credere che i miei cari siano dentro di me. Lo avverto da tante piccole sfaccettature. Cerco di stare vicino a persone che hanno bisogno, anche solo per fare loro compagnia. Aiutare gli altri mi dà la carica. E penso che, dopo questi due dolori laceranti, come la perdita di due figli, ci debba essere qualcosa in cui credere, non ci sono alternative».

L’appello che rivolge Anna a tutta la comunità è: «Vogliamo che i nostri cari che hanno perso la vita non siano considerati solo dei numeri. Non dimenticatevi di loro e del dolore che abbiamo sofferto». l