Mirandola Da un lato si esalta il valore del ciclismo, ripercorrendo la lunga tradizione cittadina ma dall’altro si sceglie di non contribuire economicamente alle spese organizzative del campionato italiano che si è corso la settimana scorsa sulle strade dell’Area Nord. Nuovo caso politico di frizione tra Mirandola e l’Unione con la città dei Pico che ha deciso di non aderire con la propria quota. «Mirandola può vantare una significativa e prestigiosa tradizione in campo ciclistico – scrive il sindaco Alberto Greco sulla pagina a lui riservata nella brochure di accompagnamento al campionato italiano donne ricordando le figure di Mario Minieri, Luigi Sarti, Primo Calanca e Mario Belloni – Va ricordata innanzitutto la nobile storia della società Ciclistica Mirandolese fondata nel 1903… Non si può poi non ricordare che Mirandola fu tappa del Giro d’Italia il 17 maggio 1969. Negli anni Mirandola ha sempre prestato una grande attenzione al ciclismo». Però a fronte della richiesta del presidente dell’Unione, Alberto Calciolari, di «compartecipare al sostegno dell’iniziativa, ritenuta di elevato interesse e valorizzazione del territorio», il sindaco Greco ha dato risposta scritta negativa. «Sono a comunicare che il Comune di Mirandola non aderisce all’iniziativa in questione e come tale alcun contributo o quota di compartecipazione dovrà essere posta a carico del Comune». Si trattava di versare all’Area Nord 3.549,09 euro. Ma il ruolo di Mirandola è approdato anche in Consiglio dell’Unione con un’interrogazione a firma del consigliere Aldo Pelloni di Camposanto che ha chiesto lumi sul fatto che «sui materiali informativi era presente anche il Comune di Mirandola, che per effetto della sentenza del Consiglio di Stato, non afferisce più all’Unione; che anche i social hanno dato risalto alla ricaduta sul Comune di Mirandola. Perciò si interroga per conoscere il ruolo svolto da Mirandola nella partecipazione, nella gestione e nell’organizzazione dell’iniziativa». Pelloni fa riferimento ad alcuni post apparsi sui social istituzionali della città dei Pico in cui gli stessi politici locali di centrodestra esaltavano il passaggio del campionato italiano e l’impegno di Polizia locale e volontari per accogliere al meglio le cicliste. La risposta del presidente Calciolari è stata fornita nell’ultimo Consiglio di venerdì: «Mirandola era presente alla conferenza stampa di presentazione del campionato italiano e ha partecipato alla brochure con il contributo del sindaco Greco poi qualche giorno si è disimpegnata. A quel punto gli altri otto Comuni si sono suddivisi la quota mancante. Mirandola, in compenso, ha avuto la sua quota di visibilità e il conto lo abbiamo pagato noi, pazienza. Non giudico il fatto, ognuno farà le proprie valutazioni”. Sarcastico il commento di Pelloni: “Una risposta per chi dice che Mirandola era il bancomat per i cittadini di Camposanto…». «Un’occasione persa - commenta Mauro Bega, direttore di Confesercenti Area Nord - non capiamo come, a pochi giorni dalla gara e dopo che l’amministrazione aveva già confermato il contributo economico, come gli altri comuni, si sia tirata indietro e non abbia più voluto contribuire economicamente per l’evento». l

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Il conto della quota di 3.500 euro è stato saldato dall’Unione

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