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I fatti

Modena. Studenti rapinati tutti i giorni: «Adesso usciamo senza soldi»

di Edda Ansaloni
Modena. Studenti rapinati tutti i giorni: «Adesso usciamo senza soldi»<br type="_moz" />

Le testimonianze dei ragazzi vittime di aggressioni alla stazione delle corriere

23 novembre 2023
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Modena «Mamma, papà: non voglio più i soldi quando vado a scuola, è troppo pericoloso».

È la frase che alcuni genitori di studenti modenesi si sono sentiti dire negli ultimi tempi dai propri figli: troppo pericoloso avere anche solo cinque euro in tasca, perché ogni mattina molti di loro sono costretti a subire “perquisizioni” e furti da parte di coetanei che si rendono protagonisti di quelle che a tutti gli effetti sono rapine. Più o meno violente, ma con metodologie consolidate: il gruppo individua uno o due ragazzi soli, magari mentre scendono dagli autobus nei pressi della stazione delle corriere o nel tragitto a piedi verso la scuola, li accerchia e li obbliga a farsi consegnare tutti i soldi. L’appello arriva da un gruppo di genitori residenti nel Distretto ceramico, da dove ogni giorno migliaia di ragazzi si spostano verso il capoluogo per raggiungere gli istituti superiori.

La violenza di cui sono vittime questi adolescenti è in aumento e lo testimoniano i racconti che queste famiglie riportano: «Il cosiddetto branco – spiegano i genitori delle vittime – agisce sempre allo stesso modo: arriva alle spalle dei uno sparuto gruppetto di ragazzi (due o tre), li sbattono, uno ad uno, attorno al muro e poi si fanno consegnare tutto quello che hanno. Stiamo parlando di cifre irrisorie, cinque, massimo dieci euro, perché i nostri ragazzi hanno iniziato a non volere soldi, neppure dai nonni o dagli zii. Noi abitiamo in provincia e pensando ai nostri figli o nipoti fuori per tante ore, vorremmo dare loro una cifra, sicuramente bassa, ma sufficiente per potersi comprare una pizzetta, un panino, qualche bottiglietta d’acqua. È una situazione assurda e pensiamo di portare il pensiero della maggior parte dei genitori, chiedendo molta più sorveglianza sia nei pressi degli istituti scolastici, in stazione degli autobus, ma anche per le strade di Modena. I nostri figli devono essere tutelati e noi non lo possiamo fare, perché non possiamo andare con loro a scuola».

«Io racconto tutto ai miei genitori – dice uno dei ragazzi –, ma molti miei compagni vivono questa bruttissima situazione, tenendo tutto dentro, perché non vogliono creare problemi o preoccupazione ai loro genitori. È vero, abbiamo paura, non ci sentiamo sicuri e abbiamo anche paura a denunciare, perché temiamo eventuali ritorsioni». Le aggressioni avvengono secondo un canovaccio tanto elementare, quanto efficace: «Mentre stiamo camminando con alcuni amici, nei paraggi delle nostre scuole o stiamo raggiungendo la stazione per tornare a casa, arriva questo nutrito gruppo alle nostre spalle, veniamo aggrediti fisicamente, sbattuti al muro e ci viene imposto di consegnare tutto quello che abbiamo. Veniamo anche frugati nelle tasche o nelle giacche. Ci prendono anche il telefonino e guardano dentro alla custodia se ci sono soldi: una bruttissima esperienza. I nostri genitori ci esortano a non rispondere alle aggressioni, perché hanno paura che spunti qualche coltello dalle tasche degli aggressori: una situazione davvero difficile, da vivere».

Per difendersi alcuni ragazzi scendono addirittura in fermate del bus che ritengono più sicuri, magari anche allungando il tragitto a piedi ma certi di poter arrivare a scuola o in stazione dei bus al sicuro. Un fatto che sempre più autisti notano. l