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L'intervista

Carpi, l'assessore Righi parla da candidato sindaco: «Un progetto per il Ramazzini»

Gabriele Canovi
Carpi, l'assessore Righi parla da candidato sindaco: «Un progetto per il Ramazzini»<br type="_moz" />

Le prime parole dell’assessore, sceso in campo per le elezioni

06 dicembre 2023
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Ci ha pensato a lungo, poi alla fine ha accettato. Conscio della sfida che lo attende, conscio della strada da percorrere – che è ancora lunga – delle difficoltà e delle responsabilità. Vuole, ammette, «riportare la fiducia nelle persone, far sì che i carpigiani possano sognare un futuro, anche ambizioso».

E Riccardo Righi, attuale assessore all’Urbanistica, ambizioso lo è: d’altronde ce ne vuole (di ambizione) per candidarsi a sindaco a Carpi a 33 anni. Alla faccia di chi pensa che i giovani non abbiano voglia di impegnarsi per la comunità. Così, dopo mesi di chiacchiere e di indiscrezioni, la sua discesa in campo nel centrosinistra– anticipata dalla Gazzetta – diventa ora realtà. A confermarlo una nota del Pd, arrivata all’indomani dell’assemblea di lunedì sera a Fossoli in cui è stato approvato un ordine del giorno che ufficializzava la sua disponibilità e quella di Giovanni Taurasi.

Quindi ora è ufficiale. È uno dei candidati.
«Ho riflettuto molto in questi mesi e non è a cuor leggero che sono arrivato a prendere questa decisione. Nel farlo la mia disponibilità va prima di tutto alla città, non per ambizione o per cercare la posizione di sindaco, ma nel tentativo di riportare fiducia alle persone nella politica, per essere custode di un sogno collettivo, mai da solo ma parte di una squadra che è la mia comunità».

Una comunità di cui ha fatto parte, come assessore, negli ultimi quattro anni e mezzo. Come pensa di portare avanti il lavoro fatto in questo mandato?
«Sono tante le progettualità messe in campo, alcune terminate e per altre raccoglieremo i frutti nel prossimo futuro. Sarà importante dare continuità alle grandi opere avviate, ma allo stesso tempo sarà necessario innovarsi e affrontare senza paura tutti i temi della modernità».

Tra questi c’è il nuovo Ramazzini, tema che porta con sé quello dell’attuale ospedale.
«Non credo che il nuovo ospedale sia un tema oggetto di campagna elettorale: è già entrato nella programmazione regionale e nazionale e siamo solo in attesa del vaglio ministeriale per sbloccare le risorse e procedere con l’acquisizione delle aree e la gara di affidamento. Credo invece che dovremmo fare una riflessione sul destino di quello che sarà l’area del Ramazzini una volta dismessa. La città merita un progetto all’altezza e il mio impegno sarà quello di non lasciarla diventare un’area abbandonata simbolo di degrado. Tengo poi a sottolineare che nel frattempo è prioritario garantire interventi di manutenzione sulla struttura esistente, per accompagnare dignitosamente l’attesa del nuovo».

Questa, quindi, una delle priorità. Quali le altre?
«Dovranno essere definite insieme alla coalizione e attraverso un percorso di ascolto della città che dovrà iniziare quanto prima. Abbiamo molte sfide davanti, dalla sanità alle politiche ambientali, dal lavoro alla giustizia sociale. Servirà una politica organizzata intorno a temi che uniscono, capace di dare massima apertura del centro sinistra alle sollecitazioni e agli stimoli utili alla città».

Infine, le sempre più possibili primarie. Cosa si aspetta dal tavolo di coalizione che verrà chiamato dal Pd?
«L’interesse della città viene prima dei personalismi e vorrei prima di tutto che si trovasse sintonia sui contenuti, tra le persone e tra i partiti che rappresentano la stessa coalizione. Se per raggiungere questa serenità saranno necessarie le primarie, queste dovranno essere prima di tutto una opportunità per ascoltare le cittadine e i cittadini, raccogliere idee e che cosa la città si aspetta dal futuro candidato, ma subito dopo bisognerà procedere spediti perché vorrei vedere la mia città protagonista e lavorare solo su questo».