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Violenza e donne, la Cisl con la Gazzetta di Modena: «Il lavoro è centrale in questa battaglia»

Davide Berti
Violenza e donne, la Cisl con la Gazzetta di Modena: «Il lavoro è centrale in questa battaglia»

La segretaria Papaleo firma il manifesto: «Impegno comune»

07 dicembre 2023
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«A nome di Cisl Emilia Centrale - spiega la segretaria generale Rosamaria Papaleo - firmo con convinzione il manifesto lanciato dalla Gazzetta di Modena, dalla Gazzetta di Reggio e da La Nuova Ferrara con le azioni che tutti possiamo fare per fermare la violenza contro le donne. Ogni giorno, non solo il 25 novembre. E vorrei aggiungere una cosa».

Dica.

«Vi ringrazio per aver capito che abbiamo di fronte una battaglia sociale, prima che culturale, nella quale c’è bisogno di tutti, a cominciare dagli organi di informazione. Quando il lavoro giornalistico riprende la funzione guida intellettuale, indicando strumenti che sappiano unire, è sempre una conquista. Qui, visto il tema, la conquista è doppia».

Segretaria Papaleo, dice spesso che il sindacato deve uscire dalla bolla del 900. Ma c’è qualcosa di più antico della violenza contro le donne?

«Abbiamo problemi che ci zavorrano che non sono solo novecenteschi. Sono ancestrali. Credo che mai come oggi ci sia bisogno di sindacato ma il sindacato, per essere percepito come strumento che può migliorare la vita delle persone e delle donne in particolare, deve saper proporre soluzioni nuove a problemi antichi».

Tipo?

«Ho deciso di firmare perché avete colto bene la centralità del lavoro come luogo e come mezzo non solo per prevenire la violenza ma anche per costruire una coscienza collettiva. Il lavoro è uno strumento potente per il cambiamento e con la contrattazione aziendale si possono ottenere risultati veri, che diano un senso pratico a paroloni come “responsabilità sociale”. Cisl c’è riuscita in diverse aziende lavorando sulla prevenzione, sulla formazione delle sentinelle sindacali che sono il primo soccorso delle vittime e sulla protezione post trauma delle vittime stesse. Un impegno che Cisl a Modena completerà riaprendo i suoi punti di ascolto».

Spesso, però, chi subisce violenza non ha un lavoro e un sindacato cui rivolgersi.

«Giusto ma la violenza domestica spesso esplode per mancanza di autonomia delle donne, costrette a subire in silenzio, sotto il ricatto del “perderai tutto”. Diciamolo: l’autonomia e l’emancipazione arrivano solo col lavoro, per questo mi preoccupa che anche in questa regione il 72% delle donne che scelgono un part-time siano in molti casi costrette a farlo per gestire figli e anziani, perché i servizi pubblici non bastano. E nel 2022 si sono dimesse 44mila donne perché non riuscivano a conciliare vita e lavoro. Serve una politica con meno distintivi. La violenza è un dramma indicibile, un Paese che non fa più figli è un disastro nucleare. Ecco: voglio un Paese in cui le donne possano essere, senza rinunce, madri, figlie e lavoratrici».

Educazione all’affettività: sì o no?

«Assolutamente sì. La scuola che lavora tantissimo ma col freno a mano: c’è il dinamismo di docenti pionieri e dirigenti straordinari, ma c’è un Ministero che sul tema dell’educazione all’affettività è bloccato dai tabù della disputa politica. Da sempre. E così siamo ancora fermi agli anni ‘90, quando faceva scandalo l’opuscolo di Lupo Alberto sull’Aids. O alla polemica, più recente, sul gender. L’educazione all’affettività, inserita con dignità di programma ministeriale e con un’apertura verso il mondo esterno, sarebbe una conquista enorme».