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Il caso

Modena, la denuncia: «Piangevo alla guida del bus troppo pesante, ma Seta non fa nulla»

Serena Arbizzi
Modena, la denuncia: «Piangevo alla guida del bus troppo pesante, ma Seta non fa nulla»

Annarita Paltrinieri ha riportato un trauma alla spalla

18 dicembre 2023
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«Dopo aver guidato un bus di 18 metri, dopo essere rientrata al lavoro in seguito a un intervento, mi sono fermata e messa a piangere in un parcheggio. Avevo un male terribile e mi è stato diagnosticato un trauma alla spalla che dev’essere operato con maggiore urgenza rispetto a un intervento già programmato».

IL SOGNO

Annarita Paltrinieri, 58 anni, ha ambito il posto di lavoro che riuscita a conquistare dopo un concorso: sognava di entrare in Seta e di guidare il tram in città. «Sei anni fa ci sono riuscita e da allora non ho mai fatto un ritardo, né ho mai ricevuto reclami – racconta –. Poi, un paio di anni fa, ho avuto un problema di salute per una protesi al ginocchio. L’unica cosa che ho chiesto è un part time, anche se lavoro 35 ore, quattro in meno dei colleghi a tempo pieno. E mi sono trovata sbattuta su un mezzo da 18 metri, il Breda, il più grande della flotta, pesante da manovrare, molto diverso dal “12 metri” che ho sempre guidato. Senza contare che questi mezzi vengono fatti passare su stradine piccole, in città. Ho segnalato all’azienda che avevo male alla spalla, che non ce la facevo, ma mi hanno lasciata a guidare quel mezzo. Non ne hanno voluto sapere di ascoltarmi. Dopo due giorni un tendine mi ha impedito di guidare. Ho chiesto di rientrare con il bus più leggero, ma la risposta è stata secca: il tuo turno non si cambia. Ho proposto addirittura di fare mezza giornata con il “12” e l’altra mezza con il “18”, ma non c’è stato nulla da fare: l’azienda non ha cambiato idea».

LA RICHIESTA AL PATRONATO

«Pensare che avevo in programma l’operazione all’altro ginocchio, ma devo spostare questo intervento perché prima devo sistemare la spalla, più urgente, secondo il medico...», aggiunge Annarita.

Il Patronato Inas Cisl sta assistendo la lavoratrice, a casa in malattia e «c’è il sospetto che quella di Annarita sia una malattia professionale», spiega il sindacato.

Lei ha chiesto di rientrare in servizio il 18 dicembre. il segretario territoriale di Fit Cisl Gaetano Capozza scrive a Seta chiedendo un rientro con il mezzo di 12 metri, “non con il bestione Breda Menarini”.

La risposta di Seta arriva a stretto giro: «Bene, occorre valutare se è necessaria la visita del medico aziendale visto che siamo al limite dei 60 giorni di assenza. Il turno rimane quello assegnato. Saluti”.

IL COMMENTO

«Incredibile. Non solo Seta ha negato di cambiare mezzo a una lavoratrice che soffriva la pesantezza di un 18 metri – attacca Capozza –. Nemmeno dopo i problemi di salute che ha avuto hanno ritenuto di cambiarle bus – illustra Capozza –. Davvero vogliono trattare così le donne di Seta? Questa persona ha quasi 60 anni, non capisco perché la si voglia mortificare ulteriormente in un momento in cui l’azienda è senza personale e abbiamo un’autista che ha dato prova di responsabilità e senso civico».

LA REPLICA

Argomenti che Seta, in una replica scritta ulteriore trasmessa alla Fit Cisl ha definito “artifici retorici” del sindacato, ribadendo il turno di Annarita sul bus da 18 metri, sostenendo che non vi siano differenze di pesantezza nella manovra con un mezzo più piccolo e confermando, invece, la carenza di autisti.

«Con una spalla malmessa non posso appoggiarmi sulle stampelle –conclude Annarita –. Quel ginocchio non mi serve per guidare, ma mi tengo tutto il dolore. Sì, ho smesso di provare a capire le scelte di Seta, da quando gente senza patente speciale per questi bus mi ha detto che non c’è nessuna differenza tra condurre un mezzo da 12 e uno da 18 metri. Serve altro?».