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Dietro le quinte

Modena, nel Pd parte un documento anti-Costantini ma i firmatari non erano stati avvertiti

Davide Berti
Modena, nel Pd parte un documento anti-Costantini ma i firmatari non erano stati avvertiti

Giuditta Pini guida il gruppo dei contrari: «Preoccupati dal dibattito cittadino»

03 gennaio 2024
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Modena Sempre più alta la febbre del Pd sul blitz di Umberto Costantini, che a cavallo di fine anno è uscito allo scoperto e dalla sua Spilamberto ha fatto sapere di essere disponibile per la candidatura a sindaco di Modena, con tanto di sondaggio autofinanziato. Ma oggi la notizia non è più Costantini, che deciderà nelle prossime ore cosa fare dopo che la segreteria dei democratici lo ha messo in un angolo.

Oggi la notizia è la temperatura che all’interno del Pd ha toccato livelli preoccupanti. Lo dimostra la bozza di un documento, circolata nella tarda mattinata, con tanto di firme di illustri esponenti e amministratori contro la candidatura di Costantini al grido di «non creiamo personalismi, sinceramente non se ne sente il bisogno». Peccato, però, che il documento sia circolato prima che i diretti interessati avessero dato il consenso. Ne è nato un pandemonio democratico, presto finito in un cortocircuito mediatico.

È stata soprattutto Giuditta Pini a guidare il gruppo dei contrari, coinvolgendo consiglieri comunali, Alberto Bignardi, e territori, tra cui Carpi: il sindaco Alberto Bellelli avrebbe firmato. Condizionale d’obbligo perché col passare delle ore il documento è stato profondamente modificato e ancora non ha trovato una sintesi.

Motivo principale la partenza falsa del documento. Nella bozza, ad esempio, figuravano i nomi di Giorgia Mezzacqui, vicesindaca di Castelvetro, ed Enrico Tagliavini, sindaco di Savignano. La prima, piuttosto arrabbiata, si è immediatamente dissociata, rilanciando: «Mi spiacciono le divisioni, i toni accesi non fanno bene a nessuno e si perde di credibilità davanti alle persone. Credo però che quando si sfocia in questo significa che qualcosa non ha funzionato in termini di costruzione di un percorso condiviso. È confusione e disorientamento. In più credo che un sindaco che termina due mandati meriti attenzione, a prescindere dalla sua autocandidatura a Modena».

Tagliavini, invece, anch’egli contrariato per le modalità, va fatto notare che non è neppure un sindaco Pd. Insomma, firme di ignari dove non ci dovevano essere. Peccato che il documento sia diventato virale fino a ieri sera, quando Giuditta Pini ha poi scritto un lungo post su Facebook: «Riteniamo che sia dovere di tutti dare una mano alla discussione interna al PD contribuendo a rilanciare la sua proposta politica, ma mostrando responsabilità e rispetto dei percorsi previsti e decisi a livello territoriale e non creando più caos e personalismi, di cui sinceramente non si sente il bisogno. Dobbiamo essere consapevoli della sfida che abbiamo davanti, che richiede, a tutti i livelli, un salto di qualità. Chiediamo che si fermi un dibattito surreale che genera confusione e smarrimento, non solo a Modena, e che si riportino al centro i contenuti e il programma per la città».