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Modena, passa le feste di Natale in carcere: ma il colpevole della rapina non è lui

Gabriele Canovi
Modena, passa le feste di Natale in carcere: ma il colpevole della rapina non è lui<br type="_moz" />

Scambiato per il ladro dagli occhi azzurri e per la pistola giocattolo

07 gennaio 2024
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MODENA. Ha passato venti giorni in una cella: la Vigilia, Natale, Santo Stefano e il capodanno in carcere con la consapevolezza di essere innocente. Era finito in manette il 14 dicembre scorso con l’accusa di aver rapinato, un anno prima, la profumeria Vaccari di viale Trento Trieste armato di una pistola giocattolo. È stata proprio l’arma finta a incastrarlo – “del tutto simile, per colore e fattezze, a quella utilizzata dal rapinatore” – insieme al colore dei suoi occhi, azzurri, così simili a quelli del “vero” rapinatore.

SCAMBIO DI PERSONA
Perché “vero rapinatore”? Perché lui, un 39enne italiano, quel colpo non l’ha mai effettuato e proprio per questo motivo nei giorni scorsi è stato scarcerato. Scarcerato dopo aver passato il Natale «ingiustamente» da detenuto. A stabilirlo è stato il tribunale del Riesame che ha annullato la misura cautelare per «insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza» dopo che il legale dell’uomo, l’avvocato Giuseppe Rizzo del Foro di Modena, aveva presentato richiesta di riesaminare l’ordinanza di custodia emessa dal gip. «Per lui sono state settimane durissime – commenta l’avvocato Rizzo – Il suo spirito? Quello di chi ha passato 20 giorni in carcere da innocente. Per fortuna il Riesame si è reso conto dell’errore».

LA RAPINA
Tutto inizia il 2 dicembre 2022 con la rapina a mano armata alla profumeria Vaccari: un uomo col volto semi nascosto da una mascherina chirurgica nera punta una pistola alla commessa, si fa consegnare 430 euro e poi si dà alla fuga. Da lì partono le indagini della Squadra mobile della polizia di Stato che terminano un anno dopo (il 14 dicembre scorso) con l’arresto del 39enne.

LE INDAGINI
In quei dodici mesi, gli inquirenti effettuano anche una perquisizione nella casa di Campogalliano dell’indagato – era il 10 febbraio – trovando una pistola giocattolo senza tappo rosso, ritenuta uguale a quella utilizzata durante il colpo in profumeria. Così, le indagini proseguono e vengono analizzati anche i tabulati telefonici dell’uomo: gli agenti ricostruiscono i suoi spostamenti fatti nel giorno della rapina scoprendo che si trovava proprio a Modena. «Peccato – sottolinea l’avvocato Rizzo – che fosse lì per lavorare. È un ragazzo con problemi economici e si stava rimettendo in sesto».

LA VIDEOSORVEGLIANZA
Ci sono poi le immagini delle telecamere e le testimonianze della commessa vittima della rapina che vengono raccolte ed esaminate quali fattore chiave per ricostruire la verità. Tra gli elementi fisiognomici del rapinatore che sono rimasti ben impressi nella memoria della commessa figuravano “i capelli ricci e neri che fuoriuscivano dal cappello” e, inevitabilmente, gli occhi azzurri del bandito. Quindi gli occhi, i capelli, gli abiti e anche “la forma del viso allungato” sono tra gli elementi che hanno portato all’arresto. «Il mio assistito – ribatte il legale – non ha mai avuto i capelli ricci e neri, ma porta, da sempre, i capelli corti e brizzolati. Anche le immagini della videosorveglianza sono di scarsa qualità, ma nonostante ciò la madre e la sorella, che in precedenza l’avevano denunciato alle autorità, sono state in grado di stabilire che quello catturato dalle telecamere della profumeria non era lui. Per non parlare degli occhi azzurri: in quanti li hanno?».

LA PISTOLA E LE IMPRONTE
Altro tassello chiave è l’arma. «Le due pistole, quella della rapina e quella rinvenuta a casa del mio assistito sono diverse – incalza il legale della difesa – La parte del carrello della pistola del rapinatore è sprovvista della zigrinatura chiara, dettaglio invece presente in quella giocattolo sequestrata durante la perquisizione». Infine, le impronte rilevate dalla Scientifica in profumeria: «Secondo quanto ricostruito dalle indagini – conclude Rizzo – il rapinatore era senza guanti e avrebbe toccato più punti del negozio. Non mi capacito di come i risultati delle analisi della Scientifica non siano stati resi noti. Io rimango convinto che il vero colpevole sia ancora a piede libero e spero che la giustizia faccia il suo corso».