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Modena, spaccio e rapine in viale Crispi. I residenti: «Siamo esasperati»

Carlotta Fornaciari
Modena, spaccio e rapine in viale Crispi. I residenti: «Siamo esasperati»

Il grido d’allarme del quartiere: «Una donna è stata molestata»

09 gennaio 2024
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Modena Spaccio, molestie e rapine da "habitué": atti di delinquenza diventati ormai parte della quotidianità per una larga fetta della comunità modenese, ormai intimorita anche nel mettere piede fuori casa. È lo scenario che sono costretti a vivere quotidianamente i residenti del quartiere che «dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città», la zona antistante alla stazione centrale di Modena: spacciatori «conosciuti e riconosciuti, persone poco raccomandabili» che sembrano aggirarsi tra la zona Tempio e la stazione, specialmente nei pressi di viale Crispi. Questi non sembrano risparmiarsi le molestie e le rapine. Il primo episodio segnalato risale a qualche mese fa quando una madre, per difendere il figlio quindicenne, si è trovata costretta a fronteggiare il rapinatore. Qualche giorno fa invece, ripetutamente molestata e infastidita, faccia a faccia con il molestatore si è vista costretta a scappare dalle sue grida. C’è paura a girare, persino a uscire di casa: c’è chi, pur di difendersi e di proteggere i figli, è disposto a rischiare per «non vedere la propria vita condizionata da dei delinquenti».

«La situazione qui in zona non è esattamente spensierata – è Giulia Righi Riva a parlare, la madre del quindicenne rapinato residente in via Crispi – Io però ho deciso di non avere paura, di ribellarmi: non posso pensare che i miei figli non escano di casa perché hanno paura, che la nostra vita debba essere condizionata da questi delinquenti. Tutto ciò che posso fare è continuare nel mio piccolo a ribellarmi, a urlare, a gridare, nella speranza che prima o poi qualcosa cambi».

L’ultimo incontro purtroppo degno di nota risale a qualche giorno fa, quando un individuo ha cercato di importunarla: «Mi mandava baci, mi molestava. Così sono tornata indietro e a pochi centimetri dal volto gli ho urlato se ci conoscessimo o se avessimo qualcosa in comune che giustificasse i suoi atteggiamenti – racconta ancora sconvolta – Evidentemente è rimasto impressionato dalla mia reazione: non sono abituati a essere disturbati, piuttosto a disturbare. Di getto ha iniziato a urlarmi di andare via, che ero pazza».

Purtroppo l’episodio è soltanto la goccia che aveva fatto traboccare il vaso di qualche mese prima, quando, prima dell’intervento di Righi Riva il figlio era rimasto vittima di una rapina: «Qualche mese fa, sempre sotto casa durante il giorno, hanno rapinato mio figlio di quindici anni rubandogli 20 euro. Assistendo alla scena, sono corsa dietro al rapinatore: prendendolo a male parole sono riuscita a farmi restituire il maltolto – e conclude – Ho sempre uno spray anti rapine in tasca: so di rischiare moltissimo e mi auguro che non capiti mai niente, ma non posso pensare di essere, insieme ai miei figli, ostaggio di queste persone».