Modena, Maserati, la Cgil va all’attacco: «Stellantis tradisce i lavoratori»
La rabbia dei sindacati dopo l’annuncio di tre settimane di cassa integrazione: «Un periodo così lungo e continuativo non si era mai visto, a rischio salari e ferie».
«Maserati deve spiegazioni e certezze occupazionali alle lavoratrici e ai lavoratori». La richiesta a gran voce, dopo l’annuncio delle tre settimane continuative di cassa integrazione per i 220 lavoratori modenesi, arriva dalla Fiom Cgil e dalla Rsa di Maserati Modena, con un duro comunicato in cui si contestano le scelte aziendali di Stellantis relative alla casa del Tridente.
Martedì prossimo, Samuele Lodi della segreteria nazionale Fiom Cgil verrà a parlare in assemblea con i lavoratori di Maserati Auto: le assemblee si terranno presso il sito produttivo di via Ciro Menotti a Modena e, successivamente, nell’Innovation hub di via Emilia Ovest. L’ordine del giorno delle assemblee, che sono in corso di svolgimento in ogni stabilimento Stellantis, sarà il tavolo ministeriale del settore automotive e la situazione Stellantis.
«Si tratta di una multinazionale – attaccano i sindacati – che negli ultimi anni ha ridotto la propria occupazione, togliendo migliaia di posti di lavoro negli stabilimenti italiani, che utilizza quasi ovunque ammortizzatori sociali, che sposta altrove il proprio indotto. Il tema è uno solo: Stellantis cosa intende fare in questo Paese?». Viene poi ripercorsa la storia recente di Maserati Modena, che «dopo la lunga ristrutturazione degli anni scorsi sembrava “immune” dai problemi che vivono da tempo gli altri stabilimenti».
«Poco prima di fine anno – spiegano la Fiom Cgil e la Rsa – lavoravano a Modena operai in cassa integrazione in trasferta dagli altri stabilimenti. Qui il problema pareva essere solo quello di dotarsi di una migliore organizzazione per rispondere alle esigenze produttive. La Fiom Cgil non ha mai nascosto le proprie preoccupazioni: uno stabilimento che produce di fatto un solo modello di auto, è sicuramente in balia degli alti e bassi del mercato, ma fino all’autunno i fatti ci hanno smentito. In pochi giorni, dal bisogno di produrre di più si è passati alla richiesta di cassa integrazione, motivata dal calo di ordini. Dapprima alcune giornate a fine dicembre e a inizio gennaio, poi una settimana in coincidenza con la settimana del patrono di Modena, comunicate prima della chiusura feriale natalizia. I lavoratori sono rientrati dalla cassa integrazione lunedì 15 gennaio ed è subito pervenuta l’ulteriore richiesta di altre due settimane».
I 220 lavoratori del sito di via Ciro Menotti saranno posti in cassa integrazione il 29 gennaio e rientreranno al lavoro il 19 febbraio: «Un periodo così lungo e continuativo – proseguono i sindacati – non si era mai visto, abbastanza lungo da mettere a rischio non solo il salario ma anche la maturazione dei ratei e delle ferie. Stellantis comunica al mondo i propri risultati positivi e gli utili in aumento, ora non chiederà, auspichiamo, ai lavoratori e alle lavoratrici di farne le spese».
Sarà questa la prima delle tante domande da porre all’azienda: «All’incontro di giovedì 25 gennaio chiederemo di garantire che questo non accada: non vorremmo dover spiegare ai lavoratori e alle istituzioni, alle quali in passato abbiamo più volte espresso perplessità, che la Fiom Cgil aveva ragione. Chiederemo anche di spiegarci come è possibile passare, in poco più di un mese, dal bisogno di occupare lavoratori in trasferta alla cassa integrazione».
«Sembra un gioco delle tre carte sulla testa delle persone, ora è ai lavoratori di Modena che viene chiesto di trasferirsi temporaneamente a Torino o altrove se non vogliono fare cassa integrazione – concludono Fiom Cgil e Rsa –. Contemporaneamente dal sito di via Emilia Ovest, dove sono occupati oltre 800 ingegneri che lavorano su progetti per tutto il Paese, qualcuno ci comunica di non sapere più quale sarà il prossimo progetto, e se c’è».