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Modena, notte di violenza e risse in centro: «Chiediamo aiuto, ma nulla cambia»

di Gabriele Farina
Modena, notte di violenza e risse in centro: «Chiediamo aiuto, ma nulla cambia»

La Cisl: «La città non può essere parcheggio di persone con complessità»

05 febbraio 2024
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«No, le 24 ore da panico nel centro di Modena, tra sabato e domenica, non sono state una serie di sfortunati eventi ma la dimostrazione che non è possibile parlare di sicurezza con queste regole di ingaggio».

Così Rosamaria Papaleo, segretaria generale Cisl Emilia Centrale, interviene sul fine settimana di violenze che ha colpito il centro, la zona R-Nord e viale Crispi.

«INACCETTABILE»

La sicurezza è un diritto importantissimo e dovrebbe essere il tema sul quale trovare il massimo dell’unità d’intenti, «se davvero tutti crediamo che sia inaccettabile che il centro di una delle più importanti città del Nord Italia possa essere messo sotto scacco in questo modo e non vogliamo rassegnarci al degrado di alcuni quadranti come quello della zona stazione – prosegue Papaleo – Bisogna avere il coraggio di dire che, con gli strumenti attuali, il sindaco di Modena e tutti i suoi 329 colleghi emiliano-romagnoli combattono avendo mani e piedi legati».

«UN PIANO NAZIONALE»

Gli organici non bastano e questo è l’unico punto che unisce tutti, osserva la segretaria Cisl. «Non bastano per le forze dell’ordine dipendenti dallo Stato e non bastano gli agenti di polizia locale assunti dal Comune. Sì, servirebbero (più) poliziotti di quartiere, servizi appiedati, presidi davvero fissi nelle zone più a rischio ma, senza un piano strategico nazionale, nato ascoltando i territori, stiamo solo facendo retorica – spiega la segretaria Cisl – Se davvero tutti teniamo alla sicurezza, investire su questo settore deve essere prioritario, attraverso un pacchetto di norme che diano poteri veri di intervento ai sindaci e offrano loro uno scudo. Non ha senso fare un’ordinanza per chiudere un locale malfamato e poi vederla soffocata di fronte al primo ricorso al Tar. Offrire ai sindaci i Daspo urbani significa prenderli in giro. Sono lenti, macchinosi e chi si è beccato il daspo ritorna in città». Quindi? «Quindi si fa presto a dire che occorrono più agenti di polizia locale. Se questa è una delle leve, diamo ai Comuni concorsi snelli e candidati formati con percorsi specialistici all’esercizio di competenze in materia di sicurezza urbana».

«PIANTEDOSI INTERVENGA»

Senza queste premesse, la posizione del sindacato è che la coperta sarà sempre troppo corta e priva della necessaria visione d’insieme. Ad esempio sul problema dei minori non accompagnati: «Muzzarelli l’ha denunciato più volte, con toni anche drammatici e lo cito: “Modena non ce la fa più”. Lo ha detto lo scorso novembre direttamente al ministro dell’Interno Piantedosi, nel corso di un evento promosso da Cisl e Siulp. È normale che una città di quasi 200mila abitanti chieda aiuto e nel concreto non accada nulla?».

«CAMBIARE LA FORMULA»

Di fatto, Cisl chiede che tutti coloro che dichiarano di amare Modena prendano una posizione, aiutando non tanto Muzzarelli ma la città. «Modena non può essere un parcheggio di persone che hanno una complessità e anche storie drammatiche notevoli. La formula del parcheggio non produce inclusione e porta ad ingrossare il disagio sociale e la microdelinquenza, bruciando centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici».

L’IMPEGNO ELETTORALE

Infine, Papaleo chiede che tutte le forze politiche usino questi mesi di campagna elettorale «per impegnarsi su un progetto condiviso. Non avremo una città più sicura solo schierando più agenti ma riprogrammando obiettivi, a partire dal diritto alla casa, dal contrasto ai quartieri ghetto e alla costruzione di una comunità che abbia l’ossessione di sostenere le famiglie. Cisl è pronta a fare la sua parte». 

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