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L’inferno in A22

Carpi, la testimonianza dal maxi incidente sul Brennero: «Bloccato dentro al suv mentre mi tamponavano»

di Gabriele Canovi
Carpi, la testimonianza dal maxi incidente sul Brennero: «Bloccato dentro al suv mentre mi tamponavano»

Il racconto di Eduard, coinvolto nell’inferno del Brennero: «Quando sono uscito non vedevo nulla: solo caos e fiamme»

06 febbraio 2024
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«Sono rimasto bloccato nella mia auto per un minuto. Sessanta lunghi secondi in un cui non potevo muovermi e non vedevo niente. Ho sentito i colpi dei tamponamenti per un minuto: prima uno – l’auto dietro la mia poi due, tre, quattro e altri fino a perdere il conto».

La sua voce è ancora provata da quanto vissuto neanche 24 ore prima. Si chiama Eduard, ha 39 anni, nella vita fa l’imprenditore e lunedì mattina stava percorrendo l’A22: il suo suv della Mercedes è tra le centinaia di auto rimaste intrappolate nella fitta nebbia e tra le oltre settanta coinvolte nel maxi-tamponamento che ha ferito decine e decine di persone. Lui è una di quelle. «Per fortuna ho rimediato solo qualche ferita alla gamba e una contusione al piede – racconta Eduard, ligure di La Spezia, dopo aver lasciato l’ospedale di Cremona – Ho ricordi confusi di quei momenti: non vedevo nulla, ma sono riuscito a non perdere la calma e a rimanere un minimo lucido».

NEBBIA FITTISSIMA

La nebbia era fittissima, un muro alto decine di metri che ha portato alla paurosa catena di tamponamenti: «A un certo punto ho visto due luci rosse – continua – e ho capito subito. Erano dell’auto davanti a me, ferma. Ho provato a frenare, ma non ce l’ho fatta e ci ho sbattuto contro, tamponandola. Da lì è iniziato l’inferno: sono rimasto bloccato nell’abitacolo, seduto, immobile tra gli airbag scoppiati, per un minuto a prendere e sentire i colpi; tamponamento dopo tamponamento». E intanto la sua auto si alzava, staccandosi dal suolo: «Frenando, la mia auto si è sbilanciata sul lato anteriore con la parte posteriore che si è alzata dalla strada: l’auto dietro è finita sotto le mie ruote. Se non stessi guidando un suv, non so come sarebbe potuta andare a finire. Probabilmente sarei rimasto schiacciato all’interno dell’abitacolo».

SLALOM TRA LE FIAMME

Poi è uscito, cercando di lasciare le due corsie di marcia e di raggiungere il prato a lato della carreggiata, facendo lo slalom tra la nebbia e i cofani della altre auto distrutte. «Ho visto il disastro – prosegue – A pochi metri da me ce n’era una completamente in fiamme, ho cercato di mantenere la calma e di aiutare chi era più in difficoltà, chi era nel panico, penso agli anziani, mettendoli al sicuro. C’era addirittura chi voleva tornare nelle rispettive auto a prendere i propri effetti personali: li ho fermati». Un inferno durato un’ora e mezza, quasi due – tanto Eduard è rimasto bloccato sull’Autobrennero – in cui «non vedevo nulla ma continuavo a sentire i colpi dei tamponamenti». Intanto, la macchina dei soccorsi si era attivata: «Sembrava di essere in un film – conclude Eduard – Ho voluto che i medici portassero in ospedale prima gli anziani, anche se avevano codici di gravità più bassi del mio. Come sto? Non mi sbilancerei sul “bene”, diciamo che sto... meglio. Ma non scorderò mai quelle immagini e quei rumori». 

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