Gazzetta di Modena

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Il femminicidio di Concordia

Modena, venti dipendenti della Wam testimoni al processo di Alice Neri

Stefania Piscitello
Modena, venti dipendenti della Wam testimoni al processo di Alice Neri<br type="_moz" />

Circa 150 persone in lista per essere ascoltate: non c’è la moglie di Gaaloul

09 febbraio 2024
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MODENA. Una ventina di colleghi di Alice Neri, barbaramente uccisa e trovata carbonizzata nel baule della sua auto a Fossa di Concordia il 18 novembre 2022, saranno ascoltati in tribunale nel processo a carico di Mohamed Gaaloul, 30enne tunisino unico indiziato al momento per il delitto. I colleghi della donna, dipendenti della Wam di Cavezzo, saranno tra i teste chiamati dalla difesa di Gaaloul, rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini, e dalla parte civile del marito che è assistito da Antonio Ingroia.

OLTRE CENTO TESTIMONI
Ma ad essere ascoltati dalla Corte d’Assise saranno oltre cento testimoni: la lista su cui sono riportate le richieste delle varie parti presenta 150 nomi. Probabile comunque che la procura chieda di stralciare alcune richieste della difesa. Dopo la prima udienza con giudizio immediato che si è tenuta mercoledì, emergono alcuni dettagli sui contorni che assumerà il processo. Un processo che si preannuncia essere lungo e particolarmente delicato. Non ci sarebbe al momento, nella lista delle persone chiamate a testimoniare, la moglie di Gaaloul. Lei, che nelle prime fasi lo ha difeso e che, quando lui era ancora ricercato, ha risposto alle domande dei giornalisti negando la fuga del marito.

GAALOUL NON RISPONDE
Come del resto ha sempre fatto anche Gaaloul che durante il primo interrogatorio davanti Gip Andrea Scarpa, ai pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara, assistito dal suo legale, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee: «Non sono scappato dall’Italia – aveva detto – , non mi ricordo se era il 25 novembre, ho iniziato il mio viaggio verso la Francia».
E ancora: «Sono andato da un mio connazionale per lavorare con lui, e anche mia moglie era con me, poi il datore di lavoro ci ha cambiato alloggio dalla Francia alla frontiera per la Germania».
Gaaloul, nelle uniche dichiarazioni rilasciate al Gip, aveva spiegato: «Facevamo andata e ritorno tutti i giorni dalla Germania alla Francia».

TUTTI I TESTI
Tornando ai testi, nella lunga lista ci sono anche i titolari del bar di Concordia in cui la 32enne ha trascorso l’ultima notte – quella tra il 17 e il 18 novembre 2022 – prima di essere uccisa. Tra i nomi di chi sarà chiamato a testimoniare, compare anche quello del collega di Alice, indicato dall’avvocato Ingroia e da Ghini come “terzo uomo”: proprio su di lui, l’avvocato Ingroia ha depositato una memoria in cui ha presentato elementi che, a suo dire, andrebbero approfonditi sulla sua posizione. L’uomo, occorre ricordarlo, non è mai stato indagato, perché per la procura ha un alibi di ferro. Probabilmente, tra i teste che si alterneranno in aula, i dipendenti della Wam saranno chiamati per parlare del rapporto che c’era tra la 32enne e l’uomo.
Dall’altra parte, quella della procura e della parte civile – madre e fratello di Alice, rappresentati dagli avvocati Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini – non ci sono dubbi: il colpevole del brutale femminicidio è Mohamed Gaaloul.