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La tragedia

Modena, la Saliceta piange Renato Tacconi: «Ci mancherà tantissimo»

Gabriele Farina
Modena, la Saliceta piange Renato Tacconi: «Ci mancherà tantissimo»

Mercoledì sera in via D’Acquisto lo scontro fatale per l’81enne

22 febbraio 2024
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«Renato era lo zio di tutti».

La Polisportiva Saliceta San Giuliano si stringe alla famiglia di Renato Tacconi.

LA TRAGEDIA

Il modenese aveva 81 anni ed era uscito in scooter dalla Polisportiva mercoledì sera per tornare a casa. A ridosso dell’incrocio tra via D’Acquisto e viale Falcone è rimasto coinvolto in un incidente con una Ford che viaggiava in senso opposto.

L’81enne è morto durante il trasporto in ambulanza. La Polisportiva ha intenzione di ricordarlo con una targhetta commemorativa nella sala dello spinning. Un’attività che Renato amava e curava in ogni dettaglio, mercoledì come la prima volta.

L’AMATA BICI

Gli istruttori Fabrizio, Laura, Annalisa, Ermanna, Gino, Alessandra e Andrea sono affranti per la perdita di Renato, il fondatore del gruppo di spinning.

«Era una persona squisita, un vulcano di idee», spiega Adriano Goretti, presidente della Polisportiva. Adriano si fa forza con Giovanni Pasini, Filippo Serafini, Fabio Notari e all’intero Consiglio della società di cui Renato ha fatto parte.

«Arrivava mezz’ora prima delle lezioni – spiega il presidente – e sistemava tutto: preparava le bici, accendeva l’impianto per la musica. Quando arrivavano gli iscritti, dovevano semplicemente montare in sella».

In sella adorava andare Renato, almeno da quando Adriano ha memoria. Il tuttofare organizzava i corsi di spinning e li coordinava. Era pronto a fare da istruttore in caso di necessità, pedalando con gli iscritti se rimaneva una bici libera.

«È capitato molte volte – sottolinea il presidente – Se mancava l’istruttore, si metteva lui a fare le lezioni, nonostante fossero dure».

Mercoledì sera prima dell’incidente aveva preso parte a un’attività di spinning. «Aveva fatto lezione come al solito – interviene Filippo – Spesso capitava che una bicicletta restasse vuota e lui partecipava attivamente. Era una persona carismatica, dotata della capacità di creare una comunità».

Filippo è il responsabile dell’attività fitness alla Saliceta. È lui ad anticipare la volontà della Polisportiva a ricordare il tuttofare scomparso con una targa.

«Renato era una presenza costante in Polisportiva – aggiunge il responsabile – Aveva organizzato da poco una “maratona di biciclette”. Renato era una persona che in estate pedalava per più di mille chilometri in Sardegna. Una volta aveva incontrato un gruppo che faceva spin bike sul mare a chiesto di unirsi. Portava fiero il nome della Polisportiva. Era solare e iperattivo, sempre disponibile al confronto».

UNA FUCINA DI IDEE

Adriano e Filippo ricordano uno degli ultimi dialoghi con Renato, avvenuto proprio mercoledì mattina. Il tuttofare aveva suggerito al presidente un nuovo corso di fitness da organizzare a partire dall’anno prossimo.

Dal dialogo si percepiva l’entusiasmo di Renato, che adorava pedalare con la moglie. «Lei gli diceva: “Sei sempre fuori in bici” – dice Filippo – Allora lui le ha detto: “Vieni con me”. Lei ha accettato e per anni hanno fatto tanti giri in bici insieme».

«Era una persona con un’energia incredibile», riconosce Fabio. Molti in Polisportiva sono rimasti sorpresi nell’apprendere l’età di Renato. Il responsabile degli impianti è tra questi. «Pensavamo che Renato avesse al massimo settant’anni – sottolinea Fabio – Era energico, quasi pressante. Passava un mese in Sardegna senza usare la macchina».

«IL NOSTRO RAMBO»

Scorrere le immagini digitali permette di far rivivere il sorriso di Renato. Nella squadra di spinning c’era chi lo chiamava «capo» e chi «Rambo» per la fascia in testa che metteva agli allenamenti.

La filmografia prosegue e Renato si trasforma in un personaggio dei “Fantastici Quattro” per un evento organizzato l’ultima domenica di gennaio in Polisportiva.

Una pedalata alla Saliceta con le spin bike, le biciclette da sala con cui si può mantenersi in forma senza avanzare di un metro.

Gli anni sono passati e Renato è diventato la «quercia» attorno alla quale ruotavano le attività di spinning.

«UN GRANDE VUOTO»

Una rotazione rigorosamente sui pedali adorati da Renato sia al mare sia in montagna. «Anche la moglie faceva cross in montagna con la mountain bike con lui – ribadisce Adriano – Facevano grandi giri in bicicletta. La sua perdita causa a tutti noi un dolore enorme».

Un dolore da contrastare con la vitalità della Polisportiva, la stessa che animava lo spirito di Renato. Nei campi si gioca mentre la dirigenza deve guardare al futuro, sapendo che il tuttofare mancherà tanto a livello umano e professionale.

«La sua morte è una mazzata che lascerà il vuoto – teme Adriano – Renato svolgeva tantissime attività. Sarà difficile trovare una persona che lo possa sostituire».

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