Gazzetta di Modena

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L’operazione

Spilamberto, ex Sipe: rimosse tutte le bombe

Carlotta Fornaciari
Spilamberto, ex Sipe: rimosse tutte le bombe

Scavi fino a sei metri di profondità nell’area dell’ex azienda bellica. «Adesso ospiterà alberi grazie alla collaborazione con gli esperti dell’Università»

22 febbraio 2024
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Spilamberto Prima un’area bombardata, intossicata dall’industria di cui era ospite: la culla di bombe, mine, armi, proiettili. Dove prima l’industria bellica offriva un’occupazione a centinaia di famiglie del territorio, ora viene piantato un albero, poi un altro, e un altro ancora: l’ex Sipe (Società Italiana Prodotti Esplodenti Nobel) diventa casa del verde, dell’ambiente. Questo grazie agli interventi di bonifica, prima bellica, poi ambientale, promossi dal Comune di Spilamberto: per anni al centro di accesi dibattiti ambientali, prima con la rimozione dei rifiuti bellici, poi con un nuovo accordo tra il Comune di Spilamberto e l’Università di Modena e Reggio, la questione sembra andare verso la sua risoluzione.

Chiaramente il tutto non sarebbe stato possibile senza il precedente intervento di bonifica bellica: un’attenta analisi di ben 180mila metri quadri, circa il settanta percento del territorio coinvolto, in cui numerosi carotaggi effettuati fino a sei metri di profondità avrebbero individuato la presenza di due ordigni, rimossi nella massima sicurezza. Il fulcro della collaborazione sarebbe proprio la contaminazione da nitrocellulosa: è su questa problematica che nasce il Protocollo d’Intesa siglato ieri dal sindaco di Spilamberto Umberto Costantini e dal rettore Carlo Adolfo Porro. Grazie alla collaborazione con uno staff di ricercatori di Unimore, coordinato dalla docente Luisa Barbieri, l’obiettivo è quello di trasformare il rifiuto in fertilizzante, un pericolo in risorsa: una soluzione ancora in via di sperimentazione, che però inizia a dare i primi risultati in laboratorio.

«Secondo il principio della buona politica, stiamo cercando di trasformare lo scarto in risorsa, la vergogna in orgoglio – commenta il sindaco Costantini – Si è trattato di un’operazione piuttosto complessa per la comunità: parliamo di un’area pesantemente bombardata, intossicata dall’industria che ha ospitato. C’è stato un tempo in cui abbiamo pensato che la speculazione edilizia potesse essere la soluzione: dove una volta avremmo portato dei centri commerciali, oggi piantiamo degli alberi – poi conclude – Il tutto, insieme ad altre istituzioni: ringrazio Geogroup, l’azienda che ci segue nella progettazione passo passo, e sono orgoglioso della fiducia e delle risorse che la Regione ci ha dato. Oggi, grazie alla prontezza dei nostri uffici, alla Regione e ai fondi europei del Pnrr, stiamo cambiando il finale di questa triste storia. Ed è stupendo vedere che l’università del nostro territorio di metta al servizio della comunità».

Una collaborazione in diverse fasi, dalla campionatura del terreno, all’analisi degli agenti chimici presenti fino alla creazione di vere e proprio miscele, successivamente utilizzabili come fertilizzanti: un’operazione spendibile non solo nel campo del territorio di Spilamberto, ma anche nell’ambito dei fertilizzanti in generale: «Un esempio tangibile del nostro impegno, assieme agli enti locali del territorio, nel campo della ricerca scientifica applicata e della sostenibilità ambientale. Questa collaborazione mira a creare soluzioni innovative per problemi complessi e ci dimostra come l’interazione tra l’ambito accademico e quello pubblico possa produrre benefici tangibili per la nostra comunità e per l’ambiente».

Un team «vincente», che ha visto la collaborazione di vari dipartimenti, tra cui quello di ingegneria, scienze chimiche e geologiche: «La sperimentazione la stiamo effettuando in laboratorio e successivamente sarà applicata in sito – conclude la docente coordinatrice del progetto Luisa Barbieri – Siamo in un momento storico cruciale anche per procurarci le risorse: la sperimentazione sarà benefica non solo per l’ex Sipe, ma per il campo dei fertilizzanti in generale. La natura ci dà tutto: sta a noi saperla usare per qualcosa di virtuoso».