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Guardia di finanza

Vignola, duecento operai senza contributi: la Finanza smaschera gli evasori

di Mattia Vernelli
Vignola, duecento operai senza contributi: la Finanza smaschera gli evasori<br type="_moz" />

Lavoravano in subappalto da Bellentani, estranea all’indagine 

01 marzo 2024
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VIGNOLA Lavoravano in subappalto nei magazzini della Bellentani di Vignola, il salumificio modenese del gruppo Citterio i 200 operai ai quali per due anni non è stato versato un contributo, come riferisce “Repubblica Bologna”. L’inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna, e ha svelato un giro di fatture false per 90 milioni di euro, con la denuncia di 26 persone facenti parte del gruppo di aziende alle quali Bellentani del gruppo Citterio, azienda estranea alla vicenda, aveva affidato la fornitura di manodopera per la lavorazione di carni e prosciutti.

FIAMME GIALLE
Le Fiamme Gialle hanno sentito gli addetti dell’azienda modenese che hanno confermato di non sapere chi fosse esattamente il datore di lavoro. La somministrazione della manodopera, infatti, era stata subappaltata alla Fidelium srl dal 2019, con la Fabbro Lm spa che operava da intermediario. L’intrecciato filo di appalti e subappalti, secondo quanto ricostruito dalla Finanza, aveva come punto di partenza uno studio di un commercialista nel milanese, grazie al quale la Fidelium srl riusciva a tranquillizzare i committenti sul regolare assolvimento dei propri obblighi fiscali, tramite l’invio di modelli F24 attestanti gli avvenuti pagamenti di tutte le imposte, ma in realtà mai perfezionati perché risultanti artefatti essendo stati appositamente creati con programmi informatici. Per due anni gli operai hanno lavorato ignari del gioco illecito, mentre per le ditte appaltatrici hanno potuto garantire prezzi più competitivi, attuando però un forma di “concorrenza sleale” nel mercato.

I CONTROLLI
Gli unici contatti tra committente e ditta appaltatrice sono sempre avvenuti con il personale della Fabbro Spa, già nel 2022 al centro di un’altra inchiesta per corruzione nel milanese. Gli accertamenti fiscali e le conseguenti indagini di natura penale, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, hanno consentito di quantificare in oltre 3 milioni di euro i contributi previdenziali evasi; inoltre, a seguito dell’emissione delle false fatture, è stata determinata un’evasione all'Iva per oltre 20 milioni di euro, una maggiore base imponibile Ires per oltre 14 milioni di euro e indebite compensazioni per 2 milioni. Secondo le Fiamme Gialle, il disegno criminoso, ideato e realizzato da tre persone domiciliate nel milanese tra le quali un professionista nel ramo della consulenza lavoristica, amministrativa e fiscale, ruotava attorno alla totale evasione dell’Iva e dei contributi previdenziali e assistenziali per mezzo, non solo di falsi modelli di versamento, ma anche della sistematica compensazione degli ingenti debiti tributari accumulati con crediti d’imposta inesistenti, artificiosamente costituiti presso lo studio del professionista, rivelatosi un vero e proprio laboratorio di ingegneria dell’evasione.