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Carpi, Arletti si presenta alla città: «È l’ora del cambiamento»

Gabriele Canovi
Carpi, Arletti si presenta alla città: «È l’ora del cambiamento»<br type="_moz" />

La candidata sindaco del centrodestra in una “Loria” stracolma: «Vigili di quartiere per la sicurezza, viabilità, frazioni e centro»

03 marzo 2024
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Giacca blu e camicia bianca. Sul volto un sorriso a trentadue denti e una grande emozione che fatica a nascondere. Stringe le mani e abbraccia quasi tutti i quasi duecento che ieri, in un piovoso sabato mattina, erano all’auditorium della biblioteca Loria, di fatto, per lei. Politici (tanti, quasi da far perdere il conto), parlamentari, colleghi in consiglio comunale e amici di lunga data. Tutti lì, per Annalisa Arletti, la candidata sindaco del centrodestra, e per «cambiare la storia di Carpi».

Lei, emozionata, fa gli onori di casa: è seduta al centro di un lungo tavolo che vede presenti tutti insieme gli alleati della coalizione: dal leghista Matteo Rancan fino al capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. C’erano proprio tutti. Fatte le presentazioni, Arletti ha preso il microfono, si è alzata in piedi, ha salutato tutti e poi ha iniziato a parlare, a parlare alla “sua” città: «È un giorno molto importante per me, ma questa è l’ultima volta che userò il termine “me”. Perché la nostra è stata una sintesi. Oggi stiamo facendo un grande passo di discontinuità e per noi questa discontinuità non può essere chi ha fatto l’assessore della peggior giunta della storia di Carpi e nemmeno chi si propone come alternativa al sistema che di fatto ha rappresentato per anni. Carpi ha bisogno di un’alternanza e noi rappresentiamo l’alternativa». Dopo aver specificato che questa sarebbe stata l’unica volta che avrebbe parlato delle Primarie, inizia a entrare nel suo disegno di città: «Noi vogliamo governare, non gestire come ha fatto la sinistra. Vogliamo liberare nuove energie perché Carpi è ferma sotto tanti punti di vista: ferma sui giovani, ferma sull’economia, ferma sui servizi alla persona».

Così, tra un applausi e ovazioni, inizia a illustrare cosa va cambiato: «La viabilità cittadina è pessima e abbiamo strade al limite del percorribile, penso alle buche sulla Remesina». Immancabile il tema sicurezza: «Sono una donna e ho paura quando giro in centro da sola – ammette – percorro corso Fanti e spero di non essere importunata o di incappare davanti ad una rissa. La più grande colpa di chi ha governato in questi anni è proprio non aver tutelato il territorio, averlo svenduto». Un esempio, per Arletti, è la vicenda Aimag: «Abbiamo regalato un bene pubblico ad Hera senza chiedere nulla in cambio. Un sindaco che antepone interessi di parte, e non voglio dire personali, a quelli della comunità non è un buon sindaco».

Continua dicendo di «essere cresciuta in una città in cui se non sei di sinistra non sei presentabile e se non dici cose di sinistra non sei cool (interessante, ndr). Oggi la sinistra è completamente staccata dalla realtà». E avvalora questa sua tesi portando un esempio su tutti: «La sede della polizia locale cade a pezzi – attacca – e questo è emblematico di quanto sia stato investito sul tema sicurezza. Un sindaco può potenziare la polizia locale: noi, per esempio, avevamo proposto il taser e il cane antidroga, entrambe proposte bocciate. Facile chiedere più agenti al Governo e raccogliere firme in piazza dopo che per anni ci avevano accusato di strumentalizzare un problema reale e di ingigantire le cose. Cosa proponiamo? Un vigile di quartiere, poi vogliamo rilanciare le frazioni che sono state abbandonate e il centro storico. Vedo troppi negozi vuoti: non si può pedonalizzare il centro, chiudendolo, se non si hanno progetti per riempirlo. Sosterremo chi vuole aprire un’attività e calmiereremo le locazioni». Infine, lo sport: «Hanno chiuso tutte le palestre – sottolinea – e costruito una piscina che non è nemmeno regolare. Lo dico chiaramente: serve un palazzetto dello sport. E serve anche curare i parchi e le aree verdi, oggi simbolo di degrado e sporcizia».

Ora inizia un percorso fatto di tre fasi: «Ascolto profondo della città, realizzare il programma e la parte più bella, quella della partecipazione. Vorrei incuriosire i carpigiani alla vita della città e ai temi che legano la città. Siamo consapevoli della grande responsabilità che abbiamo di proporre un cambiamento e che la sfida sarà difficile. Sono però convinta che ci sia un tempo per ogni cosa e questo è il tempo per cambiare». l

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