Gazzetta di Modena

Modena

L’evento del 12 marzo

«Una condizione che riguarda tutti»

Ginevramaria Bianchi
«Una condizione che riguarda tutti»

Officina delle Api tra i protagonisti

05 marzo 2024
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L’arte sensibilizza e unisce, e i ragazzi dell’Officina delle Api - arte per l’inclusione - lo sanno bene. E lo fanno bene.

Da anni l’associazione modenese si occupa di rendere il teatro, la musica e la recitazione, alla portata di tutti, attraverso laboratori sperimentali basati sull'improvvisazione, il lavoro del corpo, la scrittura scenica e l’utilizzo di tratti biografici degli attori che vanno in scena. Una metodologia che ha dato grandi risultati nel corso degli anni.

Come per altri temi, anche per quello della violenza di genere gli attori con disabilità sono riusciti, attraverso l’aiuto dei propri genitori e dei volontari, a mettere in piedi diversi interventi, che porteranno il 12 marzo sul palco del teatro Storchi in occasione dell’evento “InVivaVoce, - storie sommerse di violenza”, organizzato dalla Gazzetta di Modena  in collaborazione con Cisl, Csi e Lapam e l’appoggio di Ert.

Di Fabrizio, pedagogicamente parlando, come si può affrontare il tema della violenza di genere con delle persone con disabilità?

«Come con qualsiasi altra persona: discutendone apertamente e parlando insieme del problema. I ragazzi sono stati molto contenti di avere la possibilità di affrontare una causa importante come quella della violenza di genere che, a loro, era ben nota. Magari non gli era capitato di viverla in prima persona, ma tutti loro hanno delle mamme o delle sorelle con cui hanno potuto confrontarsi, perché purtroppo, oggigiorno, è sempre più difficile trovare donne che non abbiano mai subito degli atti di violenza. I loro parenti, li hanno aiutati anche nella realizzazione proprio dello spettacolo stesso, scegliendo con loro i testi da portare sul palco e aiutandoli a interpretarli e comprenderli».

Nello specifico, cosa porterete sul palco ?

«Ci sarà chi leggerà alcuni testi d’autore, come quelli di Michela Murgia o Alda Merini, o altri che hanno scritto interamente alcune canzoni, come quella di Laura e Filippo, due attori con disabilità che rapperanno sul palco. Alla fine mostreremo anche un video realizzato dai ragazzi, dove pronunciano alcune frasi sulla prevenzione alla violenza di genere che abbiamo pensato e scritto insieme».

È possibile che le persone con disabilità sviluppino una maggiore sensibilità nei confronti di questo tema?

«Si potrebbe pensare che chi è diversamente abile sia costretto a dover combattere con la propria condizione fisica e psicologica. Non per tutti è così. Ci sono tantissime storie di disabilità che non comprendono né il bullismo né la violenza, e altre in cui, purtroppo, ci sono anche questi aspetti. Dipende sempre dal contesto in cui si vive e, al tempo stesso, da come il soggetto interessato vive la propria condizione. Sicuramente i ragazzi disabili crescono con una maggiore sensibilità e moderazione, ma penso che di fronte a questi temi, su cui tutti dovremmo essere universalmente schierati, non ci sia un’attenzione più accorta di un’altra. Si tratta di una corrente di pensiero solidale e rispettosa che dovrebbe comprenderci tutti quanti. Quella della violenza di genere deve essere una lotta fatta da tutti, fatta dalla comunità e, nella comunità, ci sono anche le persone disabili, esattamente come tutti gli altri, al pari di tutti, senza nessuna differenza».