Modena, l’eccidio di Navicello scuote le coscienze: «Contro ogni guerra»
Commemorati ieri dieci partigiani uccisi nel 1945
Correva ieri il 79esimo anniversario dell’eccidio nazifascista del 1945 avvenuto sul ponte di Navicello che portò alla drammatica morte di dieci partigiani: Quinto Bozzali, Agostino Ferriani, Ivaldo Garuti, i fratelli Pietro e Valentino Gasparini, Renzo Grenzi, Huber Panza, Fabio Pellacani, Eugenio Tavoni, e Angelo Zambelli.
Ad accompagnare la sfilata dei rappresentanti delle istituzioni locali insieme alla polizia, ad alcuni studenti dell’Istituto comprensivo “Luciano Pavarotti - Bomporto-Bastiglia” e a circa un centinaio di cittadini, una fragorosa banda di tamburi, trombe e sassofoni che ha contribuito a rendere ancora più toccante e commovente la cerimonia nel piazzale di fronte al monumento in memoria dei Caduti ove sono state deposte le corone.
«Sono qua in nome della mia scuola e dei miei compagni – riferisce Javier Santuzzi, sindaco del Consiglio dei ragazzi della scuola Luciano Pavarotti – è necessario estirpare ed eliminare dalla mentalità di tutte le persone ogni forma di persecuzione ideologica, etnica e religiosa. Attraverso lo studio della Costituzione e dei nostri diritti, noi giovani potremo partecipare alla costruzione di una società libera e sana».
Emozionati durante l’esecuzione dell’inno di Mameli con la mano destra a coprire il cuore, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, il sindaco di Bomporto Tania Meschiari, il candidato sindaco del centrosinistra di Modena Massimo Mezzetti e il presidente Anpi Provinciale Vanni Bulgarelli.
«Non dobbiamo mai dimenticare questi tragici eventi – dichiara Bulgarelli – Ancora oggi serpeggiano sentimenti di violenza, di prevaricazione e di nostalgia del ventennio fascista. Bisogna studiare la storia per non ripetere gli stessi errori».
Tra i tanti cittadini presenti alla manifestazione, Natalina Biagioni, il cui padre fu deportato per due anni in un campo di concentramento in Germania. «Valori come pace, democrazia, giustizia e solidarietà mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia – afferma Biagioni – Sono molto coinvolta in questa manifestazione e mi sento di rappresentare non solo le persone della mia generazione, ma anche i giovani delle generazioni attuali e future, poiché ci sono dei principi fondamentali che devono passare a tutti per un mondo migliore».
Ad ascoltare le parole al microfono delle figure istituzionali anche Adriano Zavatti, presidente dell’Anmig (Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra) della sezione di Modena che porta tra le mani una bandiera italiana: «Mio padre fu deportato nel campo di sterminio di Cefalonia, in Grecia, dal quale riuscì a fuggire salvandosi la vita ma uscendo mutilato dalla guerra. Non è morto ma ha portato le ferite sul proprio corpo per il resto della sua vita. Sono contro tutti coloro che hanno voluto le guerre in passato e contro chi le vuole tuttora».