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La Resistenza

Modena, l’eccidio di Navicello scuote le coscienze: «Contro ogni guerra»

Modena, l’eccidio di Navicello scuote le coscienze: «Contro ogni guerra»

Commemorati ieri dieci partigiani uccisi nel 1945

11 marzo 2024
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Correva ieri il 79esimo anniversario dell’eccidio nazifascista del 1945 avvenuto sul ponte di Navicello che portò alla drammatica morte di dieci partigiani: Quinto Bozzali, Agostino Ferriani, Ivaldo Garuti, i fratelli Pietro e Valentino Gasparini, Renzo Grenzi, Huber Panza, Fabio Pellacani, Eugenio Tavoni, e Angelo Zambelli.

Ad accompagnare la sfilata dei rappresentanti delle istituzioni locali insieme alla polizia, ad alcuni studenti dell’Istituto comprensivo “Luciano Pavarotti - Bomporto-Bastiglia” e a circa un centinaio di cittadini, una fragorosa banda di tamburi, trombe e sassofoni che ha contribuito a rendere ancora più toccante e commovente la cerimonia nel piazzale di fronte al monumento in memoria dei Caduti ove sono state deposte le corone.

«Sono qua in nome della mia scuola e dei miei compagni – riferisce Javier Santuzzi, sindaco del Consiglio dei ragazzi della scuola Luciano Pavarotti – è necessario estirpare ed eliminare dalla mentalità di tutte le persone ogni forma di persecuzione ideologica, etnica e religiosa. Attraverso lo studio della Costituzione e dei nostri diritti, noi giovani potremo partecipare alla costruzione di una società libera e sana».

Emozionati durante l’esecuzione dell’inno di Mameli con la mano destra a coprire il cuore, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, il sindaco di Bomporto Tania Meschiari, il candidato sindaco del centrosinistra di Modena Massimo Mezzetti e il presidente Anpi Provinciale Vanni Bulgarelli.

«Non dobbiamo mai dimenticare questi tragici eventi – dichiara Bulgarelli – Ancora oggi serpeggiano sentimenti di violenza, di prevaricazione e di nostalgia del ventennio fascista. Bisogna studiare la storia per non ripetere gli stessi errori».

Tra i tanti cittadini presenti alla manifestazione, Natalina Biagioni, il cui padre fu deportato per due anni in un campo di concentramento in Germania. «Valori come pace, democrazia, giustizia e solidarietà mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia – afferma Biagioni – Sono molto coinvolta in questa manifestazione e mi sento di rappresentare non solo le persone della mia generazione, ma anche i giovani delle generazioni attuali e future, poiché ci sono dei principi fondamentali che devono passare a tutti per un mondo migliore».

Ad ascoltare le parole al microfono delle figure istituzionali anche Adriano Zavatti, presidente dell’Anmig (Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra) della sezione di Modena che porta tra le mani una bandiera italiana: «Mio padre fu deportato nel campo di sterminio di Cefalonia, in Grecia, dal quale riuscì a fuggire salvandosi la vita ma uscendo mutilato dalla guerra. Non è morto ma ha portato le ferite sul proprio corpo per il resto della sua vita. Sono contro tutti coloro che hanno voluto le guerre in passato e contro chi le vuole tuttora».