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L'intervista

Verso le elezioni: sanità modenese, la prof Modena attacca: «Eccellenza? Lo era una volta»

Verso le elezioni: sanità modenese, la prof Modena attacca: «Eccellenza? Lo era una volta»<br type="_moz" />

La candidata della lista civica contro Pd e assessore Donini

12 marzo 2024
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MODENA Se qualcuno le chiede se la sanità modenese rappresenti ancora un’eccellenza, lei risponde molto chiaramente: «Lo era...». Perché è questo il punto di partenza dell’intervento della professoressa Maria Grazia Modena, candidata per la lista civica “Modena per Modena”, che attacca il centrosinistra proprio sulla sanità: «È curioso - spiega - che da un lato il Pd modenese accusi il governo attuale dei tagli alla sanità pubblica, mentre dall’altro dirigenti locali come il segretario provinciale Solomita o l’assessore regionale Donini affermino il contrario, ovvero che la sanità modenese sia ai vertici nazionali in fatto di efficienza. Donini ha sostenuto l’altro giorno che sono prive di fondamento le voci di tagli al personale e che il Policlinico (che insieme a Baggiovara forma l’Azienda ospedaliera universitaria) è un’eccellenza regionale e nazionale, tanto è vero che presso l’Azienda ospedaliera universitaria di Modena vengono a curarsi pazienti da tutta Italia. Questa affermazione l’avrei sottoscritta se riferita alla sanità modenese di vent’anni fa - incalza la professoressa Modena - ma non certamente a quella attuale. Perché il Policlinico non è più un’eccellenza, come rilevato tra l’altro dalla classifica annuale di Newsweek, la quale lo colloca dietro Bologna e Reggio, mentre Baggiovara si trova dietro anche all’ospedale di Parma. Da ricordare che nella classifica internazionale dei primi 250 ospedali ci sono solo 14 realtà italiane, tra le quali il Malpighi-Sant’Orsola di Bologna (che in effetti troneggia tra i tanti nosocomi emiliani) e il Santa Maria Nuova di Reggio. Di Modena nemmeno l’ombra. Coi primi nosocomi (tutti americani) che vengono classificati non per efficienza ma per “gradimento”».

LA PROF
Secondo la professoressa Modena, dunque, «è necessario chiamare in causa il sindaco Muzzarelli, presidente della Ctss, ovvero la Commissione territoriale socio-sanitaria, perché si faccia interprete, al tavolo regionale, delle esigenze e delle necessità della sanità modenese e della situazione di difficoltà nella quale si trova il personale infermieristico, come hanno denunciato a più riprese i sindacati ospedalieri di Cgil, Cisl e Uil. Risulta dunque non veritiera la pretesa del Pd modenese di definirsi come l’unico difensore della sanità pubblica in provincia di Modena, cercando di occultare le gravi carenze e negatività esistenti nella sua struttura dopo oltre dieci anni di gestione regionale del settore sanità e dopo altrettanti anni nei quali il Pd è stato al governo prima con Prodi, poi con Renzi, Monti, Gentiloni e Letta, durante i quali le statistiche confermano che il bilancio statale della sanità ha subito tagli per trenta miliardi di euro».

CANDIDATA
La candidata civica fa quindi notare che «il fatto che all’Azienda Ospedaliera Universitaria modenese vengano a curarsi cittadini di tutta Italia è una leggenda metropolitana (questo avveniva in un glorioso passato), mentre oggi i cittadini modenesi devono ricorrere sempre più al privato (se possono permetterselo) o rinunciarvi (se non possono permetterselo), oppure stare in fila per mesi e in qualche caso anche per anni, attaccati a un call center per ottenere un elettrocardiogramma, un ecocardiogramma, una prova da sforzo, e parlo solo della specialità che mi compete e che vedo quotidianamente. E allora - aggiunge - è necessario che i cittadini ricordino che la sanità locale viene gestita, per delega dello Stato, dall’assessorato regionale per quanto riguarda l’organizzazione, la programmazione e l’utilizzo delle risorse provenienti dallo Stato e, a scalare, dai sindaci che ne hanno la responsabilità a livello comunale. Tutte cariche che a Modena e provincia sono sempre state ricoperte da uomini dei Ds e ora del Pd».
Secondo la professoressa Modena, dunque, «oggi serve una riforma radicale della sanità modenese che si potenzi sul territorio, perché gli ospedali devono rimanere per pazienti “acuti”, e la costituzione di una Azienda sanitaria unica sarà il mio cavallo di battaglia perché porterà a un enorme risparmio di risorse. Il resto sono chiacchiere per nascondere la realtà».