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Lama Mocogno, nonna Irma da record: 104 anni tutti sprint

di Daniele Montanari
Lama Mocogno, nonna Irma da record: 104 anni tutti sprint<br type="_moz" />

Fa ancora la pasta a casa. E gli inglesi la studiano

14 marzo 2024
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LAMA MOCOGNO. È ormai un vero fenomeno Irma Ballotti, tanto da essere studiata anche dagli inglesi. La supernonna sprint di Lama Mocogno compie oggi la bellezza di 104 anni. Ed è ancora perfettamente autonoma, tanto che ha fatto la settimana scorsa i tortelloni di ricotta e bietole – nonché un’impeccabile pastella tirata con il mattarello – per il portale inglese “Pasta Grannies” (“le nonne della pasta”) che racconta la vita delle anziane che fanno ancora la pasta a mano in Italia.

Non solo: nonna Irma, nata il 14 marzo 1920, è ancora in grado di leggere il giornale senza occhiali. Ecco perché, tramite la Gazzetta, oggi vogliono farle i loro più cari auguri i figli Oreste ed Ermes Tonozzi, insieme ai nipoti Renato, Ramona e Benedetta.

Irma ha vissuto tutta la sua esistenza nella tranquilla campagna di Lama sulla sponda dello Scoltenna, a Treggiara, detta “la Riviera del Frignano”. Ha sempre fatto vita contadina, anche dopo la scomparsa del marito Renato nel 1984. Ha vissuto per molto tempo da sola, poi da una decina d’anni il figlio Oreste, con la pensione, da Bologna ha deciso di raggiungerla per abitare con lei. E poi lo ha seguito il figlio (e nipote) Renato, così che l’anziana è circondata da una vera famiglia, che si prende cura di lei ogni giorno ma che le lascia anche le sue libertà.

«Quando mi sono trasferito qui la mamma non era così in forma – racconta Oreste – soffriva la solitudine, si sentiva stanca della vita. Con la nostra presenza, soprattutto quella del nipote, ha trovato nuove motivazioni per andare avanti. Noi le diciamo sempre: “Guarda che noi non sappiamo mica come fare senza di te, eh?”. Oppure mio figlio va là e le dice: “Dai nonna, facciamo un po’ di tortellini o di tagliatelle insieme? Mi insegni?”. Si mettono lì e trascorrono ore, lei è contenta di fare le cose che ha fatto per tutta la vita, insegnando al nipote. E mantiene vivi corpo e mente».

Ovviamente anche la genetica ha la sua parte: «Aveva due fratelli che sono morti di Covid nel 2020 da centenari – ricorda Oreste – e ha una sorella che ha fatto i 93 anni ancora in ottime condizioni». Poi c’è la vita sana: «Tutti i giorni, se non è brutto tempo, fa a piedi i 900 metri della strada di campagna che arriva qui. Ha sempre mangiato quello che produceva il suo orto, e le uova delle sue galline. A tavola sempre pasti lenti, prendendosi tutto il tempo di cui ha bisogno. A volte noi finiamo che lei è ancora all’inizio. Non prende mai una cucchiaiata di più».

Ma c’è ovviamente anche il contributo dello spirito: «Ha affrontato tante difficoltà nella vita, ma ha sempre cercato di non essere ansiosa. Se succedeva qualcosa di brutto, dava colpa al diavolo e finiva lì. Si è sempre rialzata cercando di essere ottimista, di vedere il bicchiere mezzo pieno. Ed è diventata la nostra più grande maestra di vita». l