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L'intervento

Il caso a Modena: carabiniere violento, il sindacato: «Militari sempre sotto stress»

Il caso a Modena: carabiniere violento, il sindacato: «Militari sempre sotto stress»<br type="_moz" />

Giovanni Morgese (Nsc): «Necessario istituire la figura dello psicologo»

20 marzo 2024
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MODENA «Importante ricordare che i carabinieri e le forze dell’ordine che lavorano in strada svolgono un compito usurante e stressante».

IL SINDACATO
A parlare è Giovanni Morgese, segretario generale del nuovo sindacato carabinieri Emilia Romagna, che interviene dopo la bufera che è scoppiata intorno al comando dei carabinieri di Modena.

«Massima fiducia nella magistratura, che è l’unico organo che potrà fare chiarezza – specifica Morgese – Giusto che si facciano le dovute verifiche in modo da chiarire se ci fossero “segnali” che avrebbero dovuto essere interpretati nella scala gerarchica». Dal nuovo sindacato carabinieri, poi, arriva una richiesta: «Necessario istituire la figura dello psicologo. Dopo gli interventi a rischio, occorrerebbe valutare la tenuta dello stress».

Il sindacato interviene dopo i due video che vedono come protagonista un militare del radiomobile di Modena. Nel primo, che risale alla scorsa settimana, durante un arresto di un 23enne guineano, il carabiniere colpisce il giovane con diversi pugni. Per questa vicenda sono state acquisite le immagini delle telecamere per chiarire se il 23enne abbia per primo aggredito il militare.

Il secondo risale a un anno fa ma è diventato virale ieri. Lo stesso militare colpisce un uomo già ammanettato. Il comando generale dei carabinieri ha annunciato verifiche tra i superiori del militare per capire se vi siano state mancanze.

L'INTERVENTO
«Servirà verificare – continua sui video il sindacato – cosa sia successo dal momento dell’arresto a quando la persona sale in auto. E anche chiarire quale sia il motivo di stress del carabiniere». Morgese, insieme a Andrea Di Virgilio, segretario generale aggiunto, parla di come lo stress lavorativo, possa portare gli operatori a «attimi di saturazione». Anche l’ex ministro Carlo Giovanardi (Popolo e libertà) è intervenuto: «In tutta la mia storia sono sempre stato dalla parte delle forze dell’ordine. Ho apprezzato la decisione dell’Arma di Modena di spostare cautelativamente i due carabinieri coinvolti nel fermo del 23enne. La magistratura farà piena luce ma il principio dell’uso proporzionato della forza è fondamentale per evitare abusi che possono mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini». Nei mesi scorsi sull’Arma di Modena si era scatenata un’altra bufera, dopo che il corpo del 30enne Taissir Sakka era stato trovato senza vita.
Vicenda in cui, l’altro militare presente nel video dell’arresto del 23enne (dunque non quello che sferra i pugni, diversamente da quanto precedentemente scritto), è stato indagato per le presunte lesioni sul fratello del 30enne.