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L'intervista

Appennino modenese, il Cimone si arrende al meteo pazzo: «Chiudiamo in anticipo gli impianti»

Daniele Montanari
Appennino modenese, il Cimone si arrende al meteo pazzo: «Chiudiamo in anticipo gli impianti»<br type="_moz" />

Oggi e domani le ultime sciate, poi stop: quest’anno niente Pasqua sulle piste

23 marzo 2024
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Il meteo pazzo ha messo all’angolo il Cimone, costringendo a una chiusura anticipata degli impianti. Oggi e domani si faranno le ultime sciate sulla pista Nove a Passo del Lupo, poi la stagione sarà finita. L’amara decisione è stata annunciata ieri dal presidente del Consorzio Cimone, Luciano Magnani.

Magnani, quali le ragioni di questo stop anticipato?
«Non ci sono le condizioni per andare avanti: in settimana hanno previsto pioggia abbondante, che scioglierà la poca neve rimasta. E le alte temperature che seguiranno purtroppo non ci permetteranno di farne altra».

Niente Pasqua sugli sci quest’anno, dunque?
«No, purtroppo no. Avremmo fatto di tutto per assicurare l’apertura degli impianti se il meteo ce lo consentiva, ma non è così. Ci dispiace moltissimo per gli alberghi e le altre attività ricettive del comprensorio: sappiamo che lo sci è fondamentale per il turismo. Ma purtroppo non dipende da noi. Quando dipendeva da noi, abbiamo fatto la nostra parte».

In effetti, quest’anno praticamente si è sciato solo grazie alla neve prodotta da cannoni e aste...
«Sì, abbiamo aperto l’8 dicembre, dopo sei anni, solo grazie alla neve programmata. E poi per il resto della stagione abbiamo fatto lo stesso: tutte le volte che c’erano le condizioni, abbiamo sparato neve. È stato un lavoro continuo, in condizioni avverse: ringrazio di cuore tutti gli operatori, coordinati dal direttore di stazione, che con la loro professionalità e passione per mesi hanno fatto il “miracolo” di assicurare lo stesso lo sci sul Cimone, anche se la neve non cadeva dal cielo, a beneficio di tutte le attività economiche legate alle piste».

Ma quanta neve è caduta dal cielo quest’inverno?
«Pochissima quest’anno: siamo sui 70-80 centimetri sul Cimone in tutto l’inverno. Quando in una stagione normale di solito ne cadevano dai 3 ai 4 metri. Dal punto di vista delle precipitazioni, è stata la stagione peggiore degli ultimi 50 anni. Sia per la poca neve caduta dal cielo che per le piogge che hanno sciolto quella che sistematicamente producevamo con gli impianti. Condizioni davvero difficilissime, ma in cui siamo riusciti ad assicurare lo stesso una discreta sciabilità nel comprensorio».

Cosa farete ora?
«Continueremo a investire per potenziare l’impianto di innevamento artificiale con sistemi in grado di produrre il 30% di neve in più con il 30% di tempo in meno, e il risparmio energetico e di acqua conseguente. Fondamentali per questo saranno le risorse stanziate per la prima volta dal Governo per investimenti strutturali negli Appennini. Mai come in questa stagione si è vista l’importanza dell’innevamento artificiale. Anche se in futuro cadrà meno neve, col freddo noi saremo in grado di sciare comunque».