Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Modena, dottore a 102 anni in Farmaceutica: «Coronato il lavoro fatto qui»

Stefano Luppi
Modena, dottore a 102 anni in Farmaceutica: «Coronato il lavoro fatto qui»<br type="_moz" />

Unimore ha nominato ieri Gianluigi Giovetti “cultore della materia”

30 marzo 2024
3 MINUTI DI LETTURA





La storia giunge da Sacile e da Pordenone, profondo nord ovest, ma è iniziata e ha avuto il proprio lieto fine a Modena.

Ieri, in collegamento video, Gianluigi Giovetti, 102 anni e un cervello ancora molto funzionante, ha ricevuto dall’università di Modena e Reggio un riconoscimento universitario come cultore della materia in Chimica farmaceutica.

Giovetti è modenese, città dove è nato nel 1922 anche se da molti anni vive in Friuli Venezia Giulia, e a Unimore nel 1947 si è laureato in Chimica pura.

Nonno Gianluigi – in collegamento video con le docenti Lorena Rebecchi (direttrice di Scienze della vita) e Maria Paola Costi, ordinaria di Chimica farmaceutica – è intervenuto con un discorso: «Mi ha fatto molto piacere ricevere questo riconoscimento, un’inaspettata conseguenza della richiesta di prendere in considerazione il materiale relativo a un esame a suo tempo non riconosciuto. L’attestato che farà mostra di sé nella camera della casa di riposo dove sono ospitato, corona il mio lavoro svolto in tutti gli anni passati presso la facoltà di Farmacia a Modena. Ne sono veramente onorato».

È la figlia Tiziana, in una pagina apparsa giorni fa sul quotidiano locale Il Gazzettino a ricostruire tutta la vicenda che ha portato ieri al riconoscimento universitario a Giovetti. Durante la guerra infatti l’anziano si laureò appunto in Chimica nella sua città natale e ad essa avrebbe voluto farne seguire una seconda in Farmacia: «Mio papà – dice Tiziana – voleva, con la laurea in farmacia, andare a lavorare nella farmacia del nonno, ma ad appena un esame dalla tesi fu costretto a lasciare. Si trattava di una prova di laboratorio che un docente dell’epoca gli negò con la scusa che lavorando a Milano non aveva potuto fare la necessaria pratica. Mio papà spiegò che era impiegato al tempo proprio in un laboratorio, ma successivamente la famiglia nel 1968 si trasferì a Sacile e non fu per lui più possibile ripresentarsi per quell'ultima prova negata. Ora arriva questo riconoscimento, un diploma e non una laurea ad honorem solo perché in questo secondo caso l’iter è molto lungo, complesso e passa al vaglio del Ministero dell’Università».

Gianluigi Giovetti, dopo la guerra che ha ovviamente complicato anche i suoi studi, ha avuto lo stesso una vita piena facendo prima l’insegnante e il chimico e poi il dirigente del biscottificio Doria di Orsago e ancora oggi è molto attivo nella sua residenza presso la casa di riposo Umberto I di Pordenone: «Questa – termina la figlia – è stata la sua scelta avvenuta l’anno scorso, dopo la scomparsa a 95 anni di nostra mamma Liliana, dopo quasi settant’anni di matrimonio tra loro».

Infine, il commento della professoressa Rebecchi nel corso della cerimonia: «Il Dipartimento di Scienze della vita ha concesso all’unanimità e con grande soddisfazione il titolo di cultore della materia in Chimica farmaceutica al dottor Giovetti che nell’arco della sua lunga esistenza ha coltivato con dedizione, entusiasmo e competenza il suo interesse per la chimica farmaceutica». l

Stefano Luppi

© RIPRODUZIONE RISERVATA