Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Modena, la casa-officina abbattuta al Villaggio Artigiano era di Vinicio Vecchi

Modena, la casa-officina abbattuta al Villaggio Artigiano era di Vinicio Vecchi<br type="_moz" />

L'attacco del movimento Modena Volta Pagina: «Comune miope»

30 marzo 2024
2 MINUTI DI LETTURA





MODENA. La casa-officina di famiglia dell’architetto Vinicio Vecchi è stata abbattuta. È stata Modena Volta Pagina, ieri mattina, ad evidenziare quando stava accadendo al Villaggio Artigiano di Modena: «La tipologia della casa-officina era la più comune e diversi architetti di fama vi si applicarono: Mario Pucci e Vinicio Vecchi i più noti.

UN PEZZO DI STORIA
Questa bella storia di successo è ora vandalizzata e mandata in polvere da interventi di demolizione come quello effettuato ieri. Proprio la casa-officina della famiglia dell'architetto Vinicio Vecchi è caduta sotto la ruspa».
Modena Volta Pagina non ci sta: «Forse l’abbandono pluridecennale gli ha stropicciato gli abiti e ci sono anche degli strappi e delle toppe che sarebbe meglio non vedere, ma il Villaggio Artigiano è un insediamento di grande valore, storico e anche architettonico. Risale a un progetto unitario del lontano 1953, voluto dal sindaco Corassori e dall'architetto Mario Pucci. All’epoca fu un gran botto perché si trattava del primo villaggio artigiano in Italia. Un'operazione complessa che coinvolse i proprietari dei terreni, il Comune, gli operai licenziati dalle fabbriche e dalle banche locali. Una scommessa impossibile andata a buon fine grazie alla lungimiranza e all’interesse per il bene comune».

L'ATTACCO AL COMUNE
Ma ciò è quanto consente il Piano Urbanistico Generale, recentemente approvato, «alla voce “densificazione”, e anche “rigenerazione”, e infine “valorizzazione”».
«Una cortina fumogena per la mistificazione di un metodo - continua Modena Volta Pagina - che vediamo all'opera da tempo, in realtà. Un metodo in cui rientra anche l'intervento all'ex Amcm, ad esempio. Costruire ovunque, senza considerazione alcuna del contesto e del valore di ciò che si abbatte. Già lo si fece durante il boom degli anni Sessanta ma quella era l’incontenibile frenesia delle “mani sulla città” che a Modena si seppe anche regolamentare e contenere. Ora si va all'attacco sistematico di quello che è rimasto. Richiamando una nota massima: “Ciò che non fecero i vandali fecero i vandellini”». Chiaro, in questo caso, il riferimento all’assessore Anna Maria Vandelli, la cui delega all’urbanistica, in scadenza tra poche settimane come l’intera giunta, non è certo la più ambita: certamente cambierà l’assessore, ma è proprio l’eredità ad essere considerata piuttosto pesante vista la situazione di difficoltà legata al nuovo Pug.