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Modena, continua il momento durissimo di Maserati: accordo per l’uscita volontaria di 150 dipendenti

Giovanni Medici
Modena, continua il momento durissimo di Maserati: accordo per l’uscita volontaria di 150 dipendenti

Numero ridotto rispetto ai 250 esuberi dichiarati da Stellantis. Ok di Fim Cisl, Uilm Uil e Aq Cfr, mentre Fiom Cgil non firma: «È l’ennesimo segnale operativo della dismissione del Gruppo Stellantis in Italia»

04 aprile 2024
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MODENA. Continua a essere un momento durissimo per Maserati a Modena: con un accordo firmato il 3 aprile Fim Cisl, Uilm Uil e Aq Cfr sono riuscite ad ottenere la riduzione del numero di esuberi dichiarati da Stellantis, portandolo da 250 a 150 lavoratori sui 600 in organico, individuati tra dipendenti dell’area Engineering e il personale a cartellino Stellantis in forza ad altri settori. «Soprattutto – spiegano i sindacati – l’accordo congela l'azienda, impedendole di lanciare azioni unilaterali come l’apertura di mobilità  e trasferimenti di personale in altre sedi. L’intesa, che va in scia all’accordo quadro nazionale, prevede uscite volontarie sostenute da incentivi economicamente migliori rispetto ai precedenti visti nel gruppo».

I NUMERI DELL’ACCORDO
È prevista l’uscita di 130 dipendenti dell’area Engineering su un totale di 509 in organico e di 23 lavoratori a cartellino Stellantis (su 111 in organico). Si tratta di figure individuate tra chi è vicino alla pensione e tra chi ha già ricevuto altre offerte di lavoro.

IL PESO DEGLI INCENTIVI
Gli incentivi saranno pari a 6 mensilità per chi è già in possesso dei requisiti per la pensione. Chi maturerà i requisiti per la pensione entro quattro anni riceverà per i primi 24 mesi un importo tale da raggiungere insieme al trattamento di Naspi il 90% della retribuzione lorda. Per i successivi 24 mesi è previsto un importo lordo pari al 70% della retribuzione lorda più un’ulteriore somma equivalente ai contributi previdenziali da versare.
Per coloro che non riusciranno ad agganciare la pensione, invece, gli incentivi saranno differenziati in base all’età: fra i 35 e i 39 anni sono previste 12 mensilità più 20.000 euro; fra i 40 e i 44 anni sono previste 18 mensilità più 20.000 euro; fra i 45 e i 49 anni sono previste 24 mensilità più 30.000 euro; fra i 50 e i 54 anni sono previste 30 mensilità più 30.000 euro. Dai 55 anni in su sono previste 33 mensilità più 30.000 euro. Inoltre, chi non raggiungerà la pensione potrà utilizzare il paracadute aziendale che fa scattare una clausola di sicurezza: consente la riassunzione in Stellantis per mancato superamento del periodo di prova presso il nuovo datore di lavoro, ovviamente per un fatto non imputabile al lavoratore.

IL GIRO DI BOA CON TAVARES E IL MINISTRO URSO
«Con questo accordo siamo riusciti ad evitare una mannaia che avrebbe decretato un colpo grave, troppo grave, a Maserati. Siamo riusciti, cioè, a far prendere tempo al marchio ma ora chiediamo lo stop alle promesse vaghe – spiegano Alessandro Gamba (segretario generale aggiunto Fim Cisl Emilia Centrale), Alberto Zanetti (segretario Generale Uilm Uil Modena) e Franco Fei (segretario Aq Cfr) –. Occorre un piano industriale, occorre una strategia di rilancio. Sindacati e Istituzioni continuano a lavorare per avere un incontro con l’amministratore delegato Carlos Tavares e ci aspettiamo il massimo della serietà al tavolo riconvocato per metà aprile al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Al ministro Urso chiediamo e chiederemo un piano nazionale di supporto a tutto il settore dell’automotive, mettendo al centro interventi chiari e misurabili per il caso specifico di Maserati che è una delle anime della Motor Valley emiliana».

IL PIANO INDUSTRIALE CHE SERVE
Nel concreto, Fim, Uilm e Aq Cfr chiedono per  Modena nuovi modelli del settore lusso non incentrati esclusivamente sull’elettrico, che evidentemente stenta ancora ad imporsi sul mercato. Un messaggio di sos che parla anche alla politica, dalla quale i sindacati si aspettano «un approccio più equilibrato e meno ideologico alla transizione, che per essere davvero tale deve operare a 360°, non solo sul piano ambientale ma pure sui livelli economico e sociale».
La strada da seguire per il rilancio «si basa sulla conferma della progettazione a Dna Maserati trasferita in Ciro Menotti. Una conferma arrivata, questa sì. E poi:  il ritorno all’interno di attività fin qui esternalizzate, l’arrivo in produzione della MC20 Extreme e dei nuovi prototipi che aiuteranno a superare le grosse difficoltà che in questa prima parte dell’anno hanno di fatto affondato la produzione in Maserati. Con l’Atelier di verniciatura  e personalizzazione delle colorazioni delle vetture Maserati, che sarà introdotto a fine anno, molti degli attuali problemi potranno essere risolti».

FIOM CGIL NON FIRMA

L’accordo non è stato sottoscritto dalla Fiom Cgil «perché considerato solo l’ennesimo segnale operativo della dismissione del Gruppo Stellantis in Italia».

«Si tratta di uscite volontarie – spiega il sindacato – ma, in assenza di prospettive credibili, quale lavoratore non si guarderebbe intorno? Questo su Modena potrebbe determinare la fine del progetto di ricerca e sviluppo che solo qualche anno fa aveva trovato collocazione nell’Innovation Lab del plant di via Emilia Ovest. Oltre ad avere ripercussioni negative sulle capacità produttive dello stabilimento di via Ciro Menotti, e quindi della sua piena ripresa produttiva, e per le ovvie ripercussione sull’indotto. Maserati, sul sito produttivo di via Ciro Menotti, riconferma gli investimenti previsti sull’Atelier, area di personalizzazione delle vetture, che in fondo non è altro che un nuovo impianto di verniciatura... Ma alla Fiom Cgil restano diversi dubbi: quali auto vernicerà Maserati che sta dismettendo tutte le nuove produzioni in Italia? Anche qualora l’Atelier funzionasse a pieno regime già a partire da fine 2024, come auspichiamo, sarebbe sufficiente a garantire la piena occupazione (quasi 200 operai) in assenza di nuovi modelli fino al 2025? Per il 2025 è previsto il nuovo modello elettrico, ma resta la domanda: un solo modello di auto potrà saturare la produzione? Anche qualora l’elettrico diventasse realmente sostitutivo rispetto al motore endotermico, i dubbi sono tanti».

La Fiom Cgil di Modena «esprime profonda preoccupazione per il futuro di Maserati a Modena che sembra sempre più un miraggio, e chiede piani industriali seri che garantiscano sviluppo e occupazione».