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Il caso

Mirandola, lancia sassi contro i suoi vicini: «Mi vogliono rubare l’anima»

di Daniele Montanari
Mirandola, lancia sassi contro i suoi vicini: «Mi vogliono rubare l’anima»<br type="_moz" />

Singolare motivazione per il 36enne, denunciato per stalking

20 aprile 2024
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MIRANDOLA. Il catalogo di motivazioni per le liti di vicinato, si sa, è sempre ampio, soprattutto in Italia, dove i buoni rapporti si rompono per le più svariate ragioni, portando in tribunale. Ma la circostanza indicata da un 36enne quale impulso al suo agire in quel di Mirandola è con tutta probabilità un unicum. Ad alimentare la sua rabbia nei confronti della coppia a cui abitava vicino è stata infatti la loro volontà secondo lui di... rubargli l’anima.

Questo perlomeno è ciò che ha detto ai carabinieri, ma anche agli psichiatri che l’hanno visitato, di fronte a tale radicata convinzione. Non si è appurato se fosse dovuta all’utilizzo da parte dei vicini di apparecchi fotografici che, secondo alcune credenze, possono “rubare l’anima” a chi finisce nell’obiettivo. Ci si è fermati prima, perché l’uomo secondo gli esperti ha serie problematiche mentali. Al punto che i due psichiatri che lo hanno visitato – la dottoressa Forghieri per il pm e il dottor Verri per il giudice – hanno attestato ieri mattina la sua incapacità di intendere e volere. Attestando però anche la sua pericolosità sociale, evidente del resto di fronte a ciò di cui è accusato dai vicini, che si sono trovati costretti a denunciarlo per stalking e danneggiamento.

La vicenda è ambientata nella periferia di Mirandola. Il 36enne nigeriano, senza fissa dimora, era andato a stare in uno dei container rimasto dal post terremoto, situato vicino all’abitazione di una coppia italiana. A un certo punto, attorno al marzo 2023, ha cominciato a inveire ripetutamente contro i due. Ma soprattutto a bersagliarli con sassate, che hanno danneggiato finestre e macchine. In sostanza, urlava, colpiva e andava via. Non ha colpito persone, per fortuna. Però il rischio poteva esserci, visto che un giorno ai due ha mostrato anche un coltello. E così la denuncia per stalking, alla presenza di un’arma, è divenuta perseguibile d’ufficio.

Ai carabinieri ha detto appunto che la sua motivazione era che la coppia voleva “rubargli l’anima”. Di fronte all’evidenza di problematiche mentali, non è stato arrestato ma sottoposto all’applicazione provvisoria di una misura di sicurezza, concretizzata poi nel ricovero in luogo di cura. È probabile che nell’udienza del 15 maggio venga disposto il non luogo a procedere, e il proseguimento delle terapie.

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