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Modena, giro di estorsione e usura per riciclare auto rubate

Modena, giro di estorsione e usura per riciclare auto rubate

L’operazione nata dopo un controllo della Stradale nel 2019. Due indagati in carcere, uno ai domiciliari

06 maggio 2024
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Due italiani di 50 e 58 anni sono finiti in carcere, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Modena su richiesta della Procura della Repubblica: l’accusa è di estorsione e usura per il primo, di sfruttamento del lavoro e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti per il secondo.

Un 61enne, invece, si trova agli arresti domiciliari in quanto gravemente indiziato di riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

L’attività investigativa della squadra mobile della polizia di Stato ha avuto inizio nel 2019 dopo un controllo del tutto casuale da parte della polizia stradale di Modena ad un’auto, risultata rubata, con telaio contraffatto e targa falsa.

Le indagini hanno permesso di portare alla luce tre distinte attività criminali: un’attività di riciclaggio di veicoli rubati e la relativa contraffazione nella documentazione e nei segni distintivi esportati all’estero, posta in essere dal cittadino italiano di 61 anni, una serie di atti di usura ed estorsioni ad opera del 50enne e una complessa rete di frodi fiscali in capo al terzo indagato di 58 anni.

Prestiti ed estorsione. Gli agenti hanno accertato che il 61enne, per poter acquistare tre auto rubate, si era rivolto a un conoscente, appunto il 50enne, il quale gli aveva erogato un prestito di 40mila euro in contanti, a fronte della restituzione, pretesa e ottenuta attraverso minacce estorsive, di 52.500 euro, con un tasso usurario del 30% in soli 8 mesi.

Per quanto riguarda la posizione del terzo indagato, un imprenditore 58enne che opera nell’area modenese, nel corso dell'attività investigativa è emerso che l’uomo gestiva tre distinte società che avevano in essere un rapporto di appalto di manodopera con un’azienda con cui riusciva a concordare la restituzione di parte degli importi delle fatture emesse per una sovrafatturazione mirata a evadere le imposte o al reimpiego di documenti fiscali fittizi contabilizzati.

Sfruttamento del lavoro. Il 58enne si è reso responsabile anche di sfruttamento del lavoro nei confronti dei dipendenti di una delle sue società e anche in ordine alla retribuzione difforme dal contratto collettivo nazionale (7 euro l’ora anziché i 10,47 euro previsti) sia in relazione a permessi e ferie mai pagate sia per la violazione dell’orario di lavoro del personale, che formalmente era inquadrato come part-time ma di fatto forniva prestazione a tempo pieno, oltre agli straordinari.

Alle operazioni esecutive ha prestato supporto anche il personale della sezione di polizia stradale di Modena e di Reggio Emilia. I due destinatari della misura cautelare in carcere sono stati portati alla Pulce di Reggio.