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Il lutto

Maranello dice addio a Domenico Oldani, ottico d’altri tempi e maestro di vita

di Daniele Montanari
Maranello dice addio a Domenico Oldani, ottico d’altri tempi e maestro di vita

Oggi l’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale: aveva 71 anni e amava tanto anche la musica, Fabrizio De André in modo particolare

20 maggio 2024
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MARANELLO. Con la sua passione per il lavoro e i modi gentili si è fatto voler bene da tanti, che serberanno di lui sempre un caro ricordo.

Se n’è andato a 71 anni Domenico Oldani, fondatore della nota Ottica con sede in centro a Maranello e Serramazzoni. Era malato da tempo, si è spento venerdì. Oggi l’ultimo saluto, con partenza del corteo alle 14.30 dalle camere ardenti del Policlinico per la chiesa di Maranello, dove alle 15 sarà celebrato il funerale. Poi la salma verrà condotta dalle onoranze Silingardi a Modena per la cremazione. Lascia i figli Fabrizio, Laura e Alessandra, la moglie Natalina, la sorella suor Paola (missionaria in Argentina) e gli altri parenti.
 

La storia dell'Ottica Oldani

Quella dell’Ottica Oldani è una storia iniziata nel 1979 in un piccolo negozio a Spezzano (aperto dopo i pioneristici studi di optometria fatti da Domenico a Milano), e sempre cresciuta nel tempo, con la nascita degli altri punti vendita, grazie alla professionalità e all’attenzione particolare che ha sempre avuto per le persone, con grande capacità di ascolto e di trovare soluzioni. Stile che ha tramandato a Fabrizio e Laura, che seguono oggi i negozi (assieme alla madre Luisa), raccogliendo il testimone. Per le sue capacità, Domenico è stato a lungo anche presidente regionale dell’associazione degli ottici, con grande stima da parte di tutti i colleghi. La notizia della sua scomparsa ha avuto ampia eco, ben al di là di Maranello e Serramazzoni, o di Prignano dove viveva, suscitando profondo cordoglio tra i tanti che lo conoscevano, clienti in primis.

Il ricordo della figlia

«Nostro padre era una persona veramente speciale – sottolinea la figlia Alessandra – a cui non si poteva non voler bene. Era buono come il pane, aveva una pazienza infinita e una straordinaria competenza nel suo lavoro. Era ciò che gli permetteva di trovare sempre una soluzione ai problemi, anche di fronte alle richieste più impegnative, su occhiali magari piuttosto vecchi. Non si arrabbiava mai, non alzava mai i toni. Sapeva sorridere sulle cose, riusciva a ironizzare perfino sulla sua malattia, finché non ha preso il sopravvento. Ci lascia una grande lezione di vita in questo, come nelle altre cose. Era un uomo molto intelligente, a cui piaceva essere informato sulle cose e continuare a imparare, anche alla sua età: leggeva tantissimo, ogni volta che parlavi con lui era un pozzo di scienza. Amava tanto anche la musica, Fabrizio De André in modo particolare».