Gazzetta di Modena

Modena

Il processo

Modena, gli tagliò due dita durante la lite: condannato a quattro anni

Modena, gli tagliò due dita durante la lite: condannato a quattro anni

Il 20enne accusato del tentato omicidio del 2023 all’ex Riad a Ponte Alto ha patteggiato: aveva provocato una profonda ferita sulla testa della vittima, in aula si è mostrato pentito

24 maggio 2024
2 MINUTI DI LETTURA





MODENA. Al culmine di una lite ha afferrato un coccio di bottiglia colpendo un connazionale coetaneo. Una violenza terribile, che aveva lasciato profonde ferite alla testa e alle mani della vittima alla quale vennero amputate due dita. È accaduto la notte tra l’1 e il 2 febbraio 2023 davanti all’ex locale Riad di Ponte Alto e per quella vicenda ieri mattina il 20enne ha patteggiato la sua pena a 3 anni, 11 mesi e venti giorni, assistito dall’avvocato di fiducia Angela Pigati. Ad assistere la parte civile c’era l’avvocato Michele Corradi.

I fatti

La violenta discussione era avvenuta intorno alle due di notte. Protagonisti, due uomini di origine marocchina.

Al culmine di quella lite, il ventenne prese il coccio di bottiglia ferendo gravemente il connazionale. Quest’ultimo, dopo essere stato colpito, si era trascinato in strada con le dita amputate e con una enorme ferita al capo cercando aiuto e tentando invano di suonare i campanelli delle poche abitazioni della zona.

Nessuno lo aveva sentito, anche se le tracce di sangue lasciate sui campanelli la mattina successiva erano ancora evidenti lì, a Ponte Alto, in via stradello Fiume, all’angolo con via Metastasio.

La discussione era scoppiata all’interno dello stabile abbandonato che anni fa ospitava il ristorante Kones (poi Biladi e Riad). Il giorno dopo a Ponte Alto era così arrivata la polizia Scientifica per effettuare tutti i rilievi del caso, che aveva recuperato una felpa e uno straccio insanguinati. L’immobile, che era in un totale stato di degrado fu posto sotto sequestro. Sul luogo del fatto arrivò la polizia Scientifica, che recuperò uno straccio e una felpa intrisi di sangue. Dalle dichiarazioni raccolte dagli inquirenti era stato individuato il ventenne marocchino che indossava ancora un giubbotto sporco di sangue. Era stato arrestato per tentato omicidio.

L’aggressore, ascoltato dagli inquirenti, aveva riferito di essere stato aggredito la settimana prima dall’altro: un’aggressione in cui questo gli aveva fatto una cicatrice in viso. Il ventenne ha riferito di avere agito in preda all’ira e sembra che nel corso della scorsa udienza si sia mostrato seriamente pentito.

Sembra che i due si conoscessero già dal Marocco. In carcere il 20enne aveva avuto sempre una buona condotta, ed essendo incensurato ha ottenuto dal 31 gennaio scorso la scarcerazione, pur rimanendo la misura cautelare dell’obbligo di firma. E, ieri, è arrivato il patteggiamento.