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Medicina e innovazione tecnologica: il robot salvavita a Modena

di Maria Vittoria Scaglioni
Medicina e innovazione tecnologica: il robot salvavita a Modena

Operazione al cuore all’avanguardia, è la prima volta in Emilia Romagna: all’Hesperia Hospital l’intervento di cardiochirurgia su un 76enne

07 giugno 2024
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MODENA. Si può curare un cuore “difficile”, inoperabile con le tecnologie tradizionali? Il professor Alberto Albertini, direttore dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia dell’Hesperia Hospital di Modena, ha eseguito il primo intervento di cardiochirurgia robotica in Emilia Romagna su un uomo di 76 anni, affetto da una complessa patologia coronarica coinvolgente il tronco comune della coronaria sinistra, con un’aorta “a porcellana”; un bypass aorto-coronarico di cui si sono discussi i risultati ieri, durante la conferenza stampa.

L’amministratore delegato di Hesperia Hospital Alessandro Dall’Ora ha ricordato che solo cinque strutture in tutta Italia praticano questo tipo di intervento e che l’obiettivo è rendere questa procedura sistemica, praticandola anche settimanalmente. Anticipando i propositi della struttura, Dall’Ora ha specificato che la fine dei lavori di ristrutturazione del reparto di terapia intensiva è previsto per la fine dell’anno; seguirà il reparto di terapia semi-intensiva. «Negli ultimi anni questi reparti sono diventati il punto nevralgico di tutti gli ospedali, ma anche il più fragile»,ha concluso.

Il consigliere del Gruppo Ghc e presidente di Hesperia Hospital Guido Dalla Rosa Prati ha messo in rilievo anche le altre risorse della struttura: «È una scatola piccola, ma di grande qualità: con 150 posti letto, può vantare un reparto di cardiologia d’eccellenza, ma anche un robot urologico per la chirurgia microinvasiva, assieme ad alte qualificazioni in ortopedia e oculistica». Non è un caso dunque che proprio qui trovino applicazione le ultime innovazioni di chirurgia robotica. L’operazione, realizzata con il sistema robotico Da Vinci in una nuova sala operatoria dedicata, permette la limitazione del trauma dell’intervento, la riduzione del dolore postoperatorio e dei tempi di degenza, oltre a un recupero fisico più rapido ed un ritorno alle normali funzionalità e alla quotidianità in tempi brevi. «Questa tecnologia consente di operare senza tagli, senza sangue e con un rischio infettivo minimo»., precisa il professor Albertini, la mano dietro la macchina. Coadiuvato da altri strumenti di chirurgia robotica che danno la possibilità di incidere, di coagulare o di compiere qualsiasi altra operazione con accuratezza, è il caso di dirlo, non umana, ha già eseguito nuovamente l’operazione e pianifica di renderla un intervento di routine. «La mobilità dello strumento tradizionale, che è retto, è limitata; non c’è paragone con questa tecnologia, che gira a 360 gradi».

Ma le immagini sono più chiare delle parole: viene mostrato il video di un chicco di mais manipolato dalle pinze della macchina; il dispositivo preleva un capello e con un filo cuce dei punti sul seme di granoturco. «A Hesperia Hospital abbiamo ottenuto risultati eccellenti: la mortalità globale è circa la metà di quella riportata a livello nazionale. Negli ultimi due anni la mortalità per il bypass aorto-coronarico è stata pari a 0, anche se aspettiamo la certificazione di questi dati da parte della regione e di Agenas».

Il professor Albertini conclude con lo sguardo rivolto al futuro: i campi di applicazione di questa tecnologia in cardiochirurgia sono molti, ad esempio, il trattamento della valvulopatia aortica è ormai consolidato e ordinario, ma lo stesso non si può dire per la valvola mitrale, le cui protesi al momento non sono disponibili. I pazienti non operabili sono destinati allo scompenso cardiaco, ma la protesi Epygon, sviluppata da una startup italo-francese, sembra essere una nuova promessa ed Hesperia Hospital, in collaborazione con l’Università di Modena e con il Policlinico di Modena è stato identificato per l’uso di questa tecnologia. «A breve inizierà lo studio e verrà offerta ai pazienti della nostra regione, in esclusiva a Modena, quest’innovazione salvavita».

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