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Il caso

Va a votare con la maglia antifascista: invitato a cambiarsi, caos al seggio

di Luca Gardinale
Va a votare con la maglia antifascista: invitato a cambiarsi, caos al seggio

L’episodio in provincia di Modena, a Corlo di Formigine: il 41enne è tornato alle urne con un’altra maglietta

10 giugno 2024
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FORMIGINE. Alla fine ci ride sopra, facendo notare di aver votato con una maglia molto più “criticabile” di quella che aveva scelto inizialmente. È un 41enne formiginese il protagonista dell’episodio più controverso delle elezioni amministrative ed europee che si sono chiuse ieri sera, almeno per quanto riguarda i problemi e le polemiche che hanno coinvolto i seggi modenesi.

Per capire cosa è successo bisogna andare al seggio 25 di Formigine, alle scuole elementari di Corlo, dove ieri mattina, intorno alle 10, si è presentato alle urne un 41enne del posto. Fin qui tutto regolare, a parte per un dettaglio: la maglietta indossata dall’elettore, ovvero una maglia “antifascista” nera e rossa. Una maglia che non è piaciuta a un rappresentante di lista che ieri mattina era presente al seggio, che ha quindi invitato l’uomo a uscire dall’aula, facendogli notare che vestito così non avrebbe potuto votare. «Mi hanno detto che con quelle scritte sulla maglia non avrei potuto votare - conferma il 41enne - invitandomi a uscire dal seggio. Io ero incredulo, e quindi ho chiesto al personale del seggio di indicarmi quale fosse la legge che vieta di votare con una maglia antifascista. Nessuno ha saputo rispondermi, salvo ribadire che vestito così non avrei potuto entrare al seggio». Una situazione sempre più tesa, che ha portato all’intervento degli agenti in servizio al seggio, mentre nel frattempo è stata chiamata la Digos per verificare la possibilità di far votare l’elettore. «A quel punto la presidente di seggio mi ha raggiunto fuori - riprende il 41enne - invitandomi, se volevo votare, a... girare la maglietta dall’altra parte. Ho trovato quella richiesta totalmente fuori luogo, e a quel punto me ne sono andato senza votare».

Finita qui? No, perché l’elettore a quel punto è andato a casa a cambiarsi la maglia: niente più quella nera e rossa antifascista, ma una maglia rossa con scritto “Arditi del popolo”, organizzazione paramilitare di veterani ex militari e antifascisti della Grande Guerra. Tornato al seggio, l’elettore ha così potuto votare regolarmente: «Continuo a non capire - alza le braccia - i motivi di quel no a una maglia antifascista, mentre alla fine mi hanno fatto entrare al seggio con una maglietta che, secondo lo stesso principio, avrebbe potuto incontrare qualche resistenza in più...».

Il caso è stato stigmatizzato da Alessandro Fontanesi, ex segretario di Rifondazione comunista a Reggio: «Gravissimo episodio a Formigine - attacca - dove un rappresentante di lista, credendosi probabilmente sceriffo, ha chiamato le forze dell’ordine e intimato di non fare entrare il ragazzo a votare con quella maglia addosso. Intervenuta anche la Digos, gli è stato chiesto di entrare “girando” o cambiandosi la maglia. Un fatto gravissimo - incalza Fontanesi - perché non esiste alcuna legge che vieta un particolare abbigliamento al momento del voto». L’ultimo dettaglio per chiudere la vicenda: nel pomeriggio altre persone sono andate allo stesso seggio con la maglia antifascista, e hanno regolarmente votato. l