Le terme romane e le vecchie mura: «Riscoperta la storia di Modena»
Due siti archeologici rinvenuti in città: «Dai romani al Medioevo, fino a oggi»
Due importanti siti archeologici rinvenuti a Modena. Uno a Cittanova, dove gli archeologi di AR/S Archeosistemi, hanno lavorato dal 2021 ad oggi su una vasta area multifunzionale di età romana, collocata lungo la via Emilia, dotata di un complesso termale e alcuni pozzi. Il secondo, invece, in piazza San Francesco, dove Phoenix Archeologia ha portato in luce un tratto delle mura cittadine di età medievale scoperte nel corso dei lavori di rifacimento della rete idraulica urbana.
Il convegno
Il convegno di presentazioni dei lavori svolti, dal titolo “L’archeologia si racconta: scavi e ricerche a Modena 2023/2024”, è stato ospitato, giovedì, al Palazzo dei Musei, in una sala conferenze gremita di pubblico, tra esperti del settore e cittadini interessati. L’appuntamento è stato promosso dal Museo Civico di Modena, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, nell’ambito delle Giornate europee dell’Archeologia organizzate in Italia dal ministero della Cultura per promuovere la conoscenza dei risultati della ricerca archeologica.
Le scoperte
Nello specifico, gli scavi di Cittanova sono partiti in occasione del cantiere della nuova bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo. Gli scavi hanno messo in luce, oltre alle terme romane, vasti ambienti dedicati probabilmente al ricovero di merci e bestiame e un impianto termale, collocato verso la via Emilia. Si tratta di una vasta area attrezzata a servizio della strada e connessa al santuario rinvenuto a sud della strada nel 2006-2009. Un particolare ritrovamento è stato rinvenuto tra gli altri oggetti: si tratta di una catena in bronzo “a bindolo” il cui restauro e funzionamento sono stati illustrati da Renaud Bernadet, conservatore-restauratore, Sara Campagnari della Soprintendenza di Bologna, Silvia Pellegrini del Museo Civico di Modena, nella presentazione dal titolo: “La catena nel pozzo. Alla scoperta di un sistema di pompaggio dell’acqua di età romana”. La catena è lunga 15 metri, interamente realizzata in bronzo, ed è stata recuperata nel fondo di un pozzo. Definito genericamente con il termine di catena, l’oggetto fa parte in realtà di un sistema di pompaggio dell’acqua detto “pompa a bindolo”, utilizzato prevalentemente a bordo delle navi. Rinvenimenti simili sono stati trovati in relitti navali, tra cui le navi di Nemi, ed erano utilizzai per evacuare acqua dalle sentine.
Spostandoci verso il centro, nell’altro importante sito archeologico rinvenuto recentemente, nel sottosuolo di Piazza San Francesco giacevano cinta murarie di età medievale scoperte nel corso dei lavori di rifacimento della rete idraulica urbana. Le ricerche hanno restituito fasi della città medievale e rinascimentale, la struttura principale, infatti, è riferibile alle fortificazioni medievali, databili tra XIII e XIV secolo, sulle quali nel corso del tempo sono state realizzate strutture successive. Un tratto della stessa cinta muraria era stato oggetto di ricerche archeologiche qualche anno fa, nell’area adiacente di largo San Francesco dove la nuova pavimentazione rende visibile in superficie la traccia dell’andamento delle strutture sepolte. «È una grande scoperta - spiegano gli archeologi di Archeosistemi - che per importanza supera dimensione locale. Dove sono stati eseguiti gli scavi, in Piazza San Francesco, era presente in età medievale una delle porte principali d’accesso alla città. I materiali della prima epoca storica rinvenuta sono del XI secolo, certamente le mura più antiche mai rinvenute in assoluto a Modena, per poi arrivare fino al XIII e al XIV secolo. Precisiamo che i dati che si presentano solo preliminare, lo scavo è ancora in corso».
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