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Il caso

Casa in affitto negata perché è gay: «Ora tanti me ne offrono una»

di Paola Ducci
Casa in affitto negata perché è gay: «Ora tanti me ne offrono una»

Il designer modenese Alessandro Manfredini racconta la solidarietà ricevuta dopo aver denunciato alla Gazzetta la sua situazione

29 giugno 2024
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MODENA. Solidarietà, ma anche soluzioni concrete (leggasi immobili da visitare) per il professionista modenese a cui era stata negata la possibilità di affittare una casa in quanto omosessuale.

«Dopo la mia denuncia sulla Gazzetta di Modena – spiega – a proposito di quanto mi è successo durante la ricerca di un immobile in affitto, devo ammettere che ho ricevuto tanta solidarietà da parte di persone amiche ma anche da parte di chi non mi conosce. Questo rincuora e fa avere fiducia nel futuro».

Così riferisce Alessandro Manfredini, creativo e art director modenese conosciuto in città con lo pseudonimo di Jumbo, che, due giorni fa, si è sentito dire da un’agente immobiliare di una nota agenzia del centro città che a lui il proprietario non avrebbe affittato l’appartamento, nonostante avesse le garanzie economiche necessarie. Il motivo? Poiché il proprietario voleva “una famiglia” che nella sua idea corrisponde a “mamma, papà e possibilmente un figlio”. E non certo una coppia di uomini che vive sotto lo stesso tetto.

«Ora, a discolpa della categoria degli agenti immobiliari – afferma l’art director – posso confermare che è sempre sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Un’altra agenzia immobiliare mi ha chiamato e mi sta aiutando a trovare un immobile adatto alle nostre esigenze. In più ho ricevuto anche qualche telefonata da privati cittadini che mi hanno proposto visite nei loro appartamenti. Nello stesso tempo voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno dimostrato solidarietà e vicinanza – continua – anche da una parte del mondo politico modenese tra cui il sindaco Massimo Mezzetti in persona che in un suo commento ha ricordato che “la famiglia è dove c’è amore” e Alberto Bignardi, consigliere comunale ma di professione agente immobiliare, che ha richiamato il codice etico della sua categoria professionale, un codice che va rispettato auspicando il fatto che le agenzie prendano una posizione chiara e decisa contro qualsiasi forma di ingiustizia e discriminazione».

Peraltro Manfredini si era lamentato anche di un altro aspetto della vicenda. Durante la prima telefonaa informativa, l’agente gli aveva posto una lunga serie di domande personali che hanno violato la sua privacy. D’altronde il mercato della casa a Modena è talmente sbilanciato verso i proprietari degli immobili che è possibile effettuare una vera e propria cernita sugli inquilini a cui affittare e dunque più informazioni si carpiscono, più si delinea il modello ideale.

E mentre la notizia di Manfredini ha avuto un’eco nazionale a seguito del racconto sul nostro giornale, «non sono però mancati sui social commenti davvero beceri, offensivi ed omofobi che fanno male – conclude Manfredini – Io però mi auguro che la mia storia possa far riflettere sul fatto che avere un tetto sopra la testa è un diritto di tutti che non può essere messo in discussione da nessuna forma di discriminazione».

Una bella sfida per la prossima amministrazione Mezzetti, la casa è senza ombra di dubbio una delle sfide più importanti e da vincere.