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In tribunale

Carpi, perseguita badante: condannato

di Stefania Piscitello
Carpi, perseguita badante: condannato

Il 66enne ha preso di mira la giovane che si prendeva cura di sua sorella malata. La tempestava di telefonate e messaggi “spinti” e l’ha diffamata sui social

01 luglio 2024
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CARPI. L’ha importunata per mesi, l’ha perseguitata tempestandola di messaggi e telefonate e l’ha diffamata inviando sui social messaggi che offendevano la sua reputazione – in cui la indicava come prostituta – ai suoi amici e familiari. Lei era la badante della sorella di lui (gravemente malata) che ieri è stato condannato a un anno e due mesi.

Parte civile nell’abbreviato di ieri la donna, una georgiana di 30 anni, e il suo nuovo compagno, entrato ad un certo punto anch’esso nel mirino del 66enne. I due erano assistiti dall’avvocato di Bologna Gino Moroni.

Le accuse

I fatti contestati si sono verificati a Carpi indicativamente dall’autunno 2021 a gennaio 2023. La giovane si era trasferita da poco in Italia e aveva iniziato nel 2019 a lavorare come badante nell’abitazione della sorella gravemente malata dell’imputato, a Carpi: inizialmente tutto sembrava procedere serenamente ma ad un certo punto il 66enne ha cominciato a molestare la donna. Quasi ogni giorno le inviava messaggi contenenti avances sessuali e la tempestava di telefonate. Quando poi si trovavano insieme all’interno dell’abitazione della sorella di lui, il 66enne si avvicinava alla vittima cercando un contatto fisico. Lo faceva anche accarezzandole i capelli, facendole avances sessuali. La lista delle accuse che pendevano su di lui era molto lunga. In generale l’uomo era molesto e a volte si rivolgeva alla 30enne facendo versi animali (in particolare quello del maiale) e compiendo con le mani gesti che alludevano chiaramente a rapporti sessuali. Il tutto deridendo, ancora una volta, la vittima. Nelle primissime fasi lei, anche a causa di difficoltà con la lingua italiana, non aveva ben compreso la gravità delle parole che l’uomo le rivolgeva. Quando l’ha capito, è andata via di casa. Ma dopo il trasferimento, e dopo che il 66enne ha scoperto che la giovane aveva iniziato un’amicizia “stretta” con un uomo, ha iniziato a diffamarla via social e, come detto, se l’è presa anche con lui (che infatti si è costituito parte civile nel procedimento). Alla scorsa udienza era stato richiesto di patteggiare ma, al termine dell’udienza, il 66enne ha scattato una foto delle due vittime e l’ha pubblicata sui social scrivendo frasi che le due vittime hanno ritenuto diffamatorie.

Lo hanno così denunciato per diffamazione anche per questo episodio. Il giudice ha rigettato la richiesta di patteggiamento e ieri è arrivata la condanna in abbreviato. Il 66enne dovrà pagare una provvisionale immediatamente esecutiva di 5mila euro alla donna e di mille euro all’amico di lei.